venerdì, aprile 07, 2023

La personalità magnetica di Napoleone. Un'analisi storica

Il grande carisma di Napoleone Bonaparte

young napoleon

In questo post analizzerò la personalità di Napoleone, la sua capacità di affascinare, la sua leadership e come tali peculiarità abbiano influenzato la sua carriera militare e politica e il suo impatto duraturo nella storia.
Fu proprio il suo carattere a eleggere Bonaparte come uno dei più importanti uomini della Storia. Senza la sua smisurata ambizione, senza il suo sogno di diventare "qualcuno", senza il suo agognare la gloria non avremmo avuto il grande Napoleone bonaparte.

Una personalità complessa

Napoleone era un uomo molto complesso, con una personalità sicuramente fuori dal comune, ma  la sua più grande peculiarità, fin dalla adolescenza, fu quella di affascinare, di essere riconosciuto a prima vista come leader. 

Tale tratto colpì tutti i suoi contemporanei a partire dai professori della scuola militare di Brienne che riconobbero in lui i tratti del vincente. La stessa famiglia di Napoleone lo riconosceva come capo benchè il primogenito fosse Giuseppe.

Coloro che per la prima volta si trovavano di fronte Napoleone venivano colpiti dall'intensità dei  suoi occhi grigi, penetranti, indagatori capaci di mettere a disagio anche i più potenti.

Bonaparte man mano cominciò a rendersi conto di questo suo potere e lo sfruttò a suo vantaggio. 

Napoleone era sempre sicuro di se stesso, non si lasciava intimorire da re, imperatori o da generali più anziani di lui. La confidenza in se stesso e nelle sue doti gli davano la necessaria sicurezza per affrontare da leader ogni situazione che gli si presentava.

Questa caratteristica innestata in un carattere schivo e riservato fece sì che egli non ebbe mai dei veri e propri amici. Napoleone, infatti fu sempre profondamente solo, adulato quando era potente, tradito in disgrazia anche dai suoi più vicini collaboratori e finanche dai parenti (la sorella Carolina ad esempio).

La leadership di Napoleone si sviluppava soprattutto in battaglia. Da una parte i soldati francesi avevano la chiara percezione di essere invincibili con Napoleone al comando. I nemici erano, invece atterriti dalla sua presenza presagendo una sconfitta già scritta.

Questo atteggiamento mentale moltiplicava le forze dei Francesi e rendeva deboli i nemici. A volte le battaglie erano vinte prima di essere combattute.

Questo, però non ci deve far dimenticare la grande preparazione che era alla base delle sue vittorie militari e delle sue affermazioni politiche.

Una siffatta personalità non poteva che essere divisiva, senza mezze misure. Amato a dismisura e odiato con la stessa intensità. Genio per alcuni, orco per gli altri.

Una dicotomia che era vera per i suoi contemporanei, ma che tale è rimasta nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

caro napoleone


Per i detrattori era un orco, affamato di giovani vite, che per la sua gloria e ambizione era pronto a mandare al macello decine di migliaia di uomini. I fautori ritengono che le guerre  erano inevitabili e sottolineano la capacità del condottiero e la sagacia dell'uomo politico e dell'innovatore.

Raramente nel corso della storia c'è una così netta e manichea divisione di giudizio per un personaggio.

Quali sono le ragioni di questa modernità di Napoleone, del suo successo e di una così diversa percezione di guidizio?

Napoleone è moderno perchè di lui si ammira il successo. Bonaparte non è il monarca capitato su un trono per diritti di successione, non è uno scienziato, non un letterato, ma diventa l'uomo più potente della terra.

I suoi natali non lo hanno agevolato. Egli non è figlio di un potente, non è nobile, non appartiene alla casta militare eppure diventa il più grande condottiero della storia.

Egli ottiene tutto quello che umanamente era possibile ottenere.

Come ci è riuscito?

brave napoleon


Ha approfittato delle circostanze favorevoli dovute agli sconvolgimenti della rivoluzione francese, ma il suo successo Bonaparte lo deve solo a se stesso, alla sua ambizione, alla sua incredibile capacità di lavoro, alla sua indefessa applicazione, al suo riconoscere pregi e difetti degli uomini che incontrava.

Non si può non restare ammirati di fronte a quest'uomo.

I nemici, quelli che più lo avrebbero dovuto odiare non potevano negare il suo genio.

Lo zar Alessandro che veniva da due cocenti sconfitte militari lo incontra e ne resta folgorato a Tilsit. Talleyrand lo tradisce a più riprese,ma lo ammira profondamente.

Bernadotte lo invidia, vorrebbe essere al suo posto. Si consola con l'ex fidanzata di Bonaparte, ottiene il regno di Svezia, ma subisce per sempre il fascino di Napoleone.

Madame de Stael prima di combatterlo lo blandisce e forse il suo successivo odio è più una ripicac per essere stata rifiutata che una sua convinzione.

Wellington fa il gradasso, lo deride, ma nel suo cuore lo ammira e lo teme.

E infine Lowe, il governatore di Sant'Elena che  ne è letteralmente ossessionato tanto da vietargli anche la benchè minima libertà personale, per timore di una impossibile fuga dalla sperduta isola di Sant'Elena. Lowe teme Napoleone benché di fatto l'Imperatore fosse impriogionato in una sperduta e inavvicinabile isola dell'Atlantico.

Napoleone e i suoi soldati

Laddove, però il magnetismo di Napoleone faceva più presa era su suoi soldati. Uomini rudi, avvezzi alla  guerra, alle sofferenze, egoisti, giovani reclute e anziani grognard; tutti, ma proprio tutti amavano l'Imperatore.

 
E' difficile comprendere le ragioni di questa venerazione. Le condizioni di vita dei soldati erano difficili, le morti e le malattie non si contavano, ma essi erano pronti a tutto per il loro capo, per Napoleone.

Il grido di Vive l'Empereur riecheggiava per tutto l'accampamento. I soldati indicavano da lontano il loro capo che spesso scendeva in mezzo a loro, mangiava il loro rancio, discuteva, chiedeva, premiava e puniva.

Un rapporto che non si interruppe mai. Anche quando arrivarono le sconfitte i soldati non tradirono. I Marescialli stanchi e desiderosi di godere delle enormi ricchezze accumulate lasciaronoNapoleone al proprio destino. I soldati no, non lo abbandarono mai!

Amici, siamo giunti alla fine di questo post. Spero che abbiate trovato interessante questo viaggio nella storia di Napoleone. 


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