sabato, settembre 30, 2017

Napoleone e Maria Walewska

Napoleone e Maria Walewska, una vera storia d'amore.

Maria Łączyńska meglio conosciuta come Maria Walewska fu uno dei grandi amori di Napoleone

L'Imperatore la conobbe quando lei era poco più che ventenne e subito se ne invaghì.

La Walewska era una donna sposata per cui una corte serrata era inopportuna, eppure Napoleone non ebbe esitazioni.

Anche negli affari di cuore, Bonaparte si comportava come in guerra.

Cominciò un attacco concentrico, fiori, bigliettini, ambasciatori, amici.

La giovane Maria fu circondata ed assediata come una piazza d'armi e alla fine capitolò!

La Walewska diede un figlio a Napoleone dopo quello avuto dalla Denuelle e fu il secondo e ultimo amore importante della sua vita.
Tutti conoscono l'insana e violenta passione che Napoleone provò per Giuseppina, ma stiamo parlando di un giovane uomo poco avvezzo agli affari di cuore al cospetto di una donna esperta e navigata come la bella Creola.

Pieno di energia, innamorato, il giovane Bonaparte, con l'impeto che gli era usuale circondò di attenzioni Giuseppina. Napoleone era gelosissimo di sua moglie che, invece non tralasciò mai le sue abitudini fatte di sfarzo, acquisti costosi e giovani amanti.

Le cose dopo pochi anni cambiarono. Napoleone raggiunse l'apice del suo successo e Giuseppina rientrò nei ranghi. La passione lasciò il posto a un tenero affetto che l'Imperatore ebbe sempre per la sua consorte.

L'amore per Maria Walewska fu diverso. Napoleone, nel 1807,  era più maturo, più consapevole, in grado di poter avere qualsiasi donna  quando conobbe la giovane e bella Polacca.

All'inizio fu la bellezza di Maria ad attrarre Napoleone, ma in seguito fu vero amore.

In Maria Bonaparte vedeva la sua moglie ideale. Una donna capace di stare sempre affianco al suo uomo, ma discreta. Maria incarnava l'ideale dell'uomo Napoleone, rappresentava la famiglia, il focolare, la quiete, la serenità.

Napoleone amò Maria con tenerezza, ebbe per lei un affetto smisurato.

Anche Maria Walewska amò Napoleone. Ella gli stette affianco in ogni occasione, ma sempre alla sua maniera. La bella Polacca andò anche all'Elba quando Napoleone scontò il suo primo esilio. I due ebbero un tenero incontro. In quel caso, però prevalse la ragion di Stato.

Napoleone non voleva si sapesse di questo incontro perchè sposato con Maria Luisa. Un sovrano non poteva tradire così impunemente la moglie soprattutto quando era vicina la sua ricomparsa sui palcoscenici europei

Maria, anche questa volta, fece un passo indietro. Si piegò al volere di Bonaparte, alla ragion di Stato.

Chissà se nella mente di Napoleone sfiorò il pensiero di restare all'Elba in compagnia di Maria. Chissà se qualche volta avrà pensato al suo ritiro dallo scenario politico per vivere una vita semplice accanto a questa donna.
Non lo sapremo mai!



Per chi volesse approfondire la figura della Walewska vi suggerisco il libro di Christine Sutherland, "L'amante di Napoleone" ( questo il link di Amazon per chi volesse acquistarlo)

Maria Walewska


2 gennaio 1807: " Non ho visto che voi, non ho ammirato che voi. Una risposta clamerà l'impaziente ardore di N.

4 gennaio 1807: "Mi sarei ingannato? Voi mi togliete la tranquillità. Date, vi prego, un po' di gioia, di felicità a un povero cuore pronto ad adorarvi! E' così difficile ottenere una risposta? Me ne dovete! N"

12 gennaio 1807: " Venite, vi prego venite! Tutti i vostri desideri saranno esauditi. La vcostra patria mi sarà più cara se avrete pietà del mio cuore. N"




15 gennaio 1807: " Maria, mia dolce Maria, il mio pensiero è per te, il mio primo desiderio è di rivederti. Ma tu ritornerai non è vero? Me lo hai promesso, altrimenti l'Aquila volerà da te.

Ti vedrò a pranzo, te lo dice l'amico. Degnati di accettare questo mazzo di fiori: possa egli divenire un misterioso legame e stabilire un vincolo segreto tra noi, in mezzo alla folla che ci circonda.

Esposti agli sguardi della moltitudine potremo capirci.

Quando porterò la mano sul cuore, saprai che esso è tutto pieno di te, e, per rispondere tu premerai sul seno i tuoi fiori.

Amami mia dolce Maria e che la tua mano non si stacchi mai dai tuoi fiori."



Curiosità: Chambertin il vino preferito da Napoleone


il console Napoleone

Napoleone e il lavoro

Napoleone lavoratore instancabile


Bonaparte era solito dire :"conosco i limiti delle mie gambe e delle mia vista, ma non quella della mia capacità lavorativa"


Ed ancora:

" Non ho altra risorsa che il lavoro. Mi vesto solo una volta alla settimana: da quando sono stato malato dormo molto poco, sembra incredibile quanto poco! Mi metto a letto alle 10 e mi alzo alle 4. Faccio un unico pasto, questa dieta si addice particolarmente alla mia salute"

Napoleone era capace di concentrarsi in maniera così profonda da dimenticare del tutto lo scorrere del tempo.


Napoleone, il genio


D'altra parte anche i più recenti studi delle neuroscienze hanno sottolineato che coloro che possiedono la qualità di fondersi completamente in quello che fanno, andando quasi in trance , sono anche le persone di successo. In pratica quello che viene definito il flusso.

Napoleone aveva indubbiamente questa dote, frutto anche della sua indole solitaria  che era suo patrimonio già dalla sua infanzia. Anni in cui si rifugiava spesso in luoghi isolati dedicandosi alla lettura dei grandi del passato, Cesare, Alessandro Magno.

Napoleon at work



E anche questa caratteristica, in tempi più recenti è stata ritenuta come predittiva dei grandi uomini, capacità di concentrazione e focus sugli obiettivi.

Sono ormai  nella storia le lunghe sedute con i collaboratori che a volte duravano tutta la notte oppure lo studio indefesso di mappe e carte geografiche, dei dispacci che arrivavano da ogni dove. Niente poteva interrompere Napoleone capace di riprendere forza dopo brevi sonnellini e di dimenticarsi persino di mangiare.

Tutto veniva registrato nella mente di Napoleone che abbinava a una così poderosa mole di lavoro, una memoria prodigiosa che gli consentiva di ricordare tutto ciò con cui veniva in contatto e questo anche a distanza di anni. Una mente superiore didascalica, capace di trovare collegamenti sconosciuti ai più.

In questo ritratto di Napoleone emergono delle peculiarità importanti e particolari che delinenano una personalità geniale.

Molto spesso gli storici sottolienano e anche giustamente il fatto che l'ascesa di Bonaparte fu favorita dalle particolari circostanze storiche.


Le circostanze favorirono Napoleone


La Rivoluzione Francese portò uno scompiglio, un sovvertimento dell'ordine sociale che consentì a Napoleone di realizzare cose che probabilmente non sarebbero avvenute. Detto questo la genialità e la personalità di Napoleone erano tali che riesce difficile pensare che egli non si sarebbe imposto comunque.

Napoleone aveva al suo interno un "fuoco", delle motivazioni e ambizioni così intense che lo avrebbero portato in alto in ogni epoca.


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In mezzo a tutte queste sollecitazioni, Napoleone trovava il tempo di dettare lettere ai familiari, di occuparsi di cose futili, di leggere e di andare a teatro.

Napoleone trono


Curiosità: Chambertin il vino preferito da Napoleone


Una mente, quella di Napoleone, ordinata, precisa e concentrata.

Egli affrontava un problema alla volta. Subito dopo ne affrontava un altro,  così senza soluzione di continuità. A Napoleone bastavano pochi minuti di riposo. Spesso interrompeva il suo lavoro per dormire per un tempo brevissimo, dopo di che riprendeva con la stessa lena.

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C'è da dire che questa sua dedizione al lavoro si rifletteva, questa volta negativamente, anche nei suoi incontri amorosi. Si narra che qualche dama che sceglieva per compagnia rimanesse per ore in attesa e a volte accadeva che l'incontro saltasse. E le volte in cui Napoleone trovava il tempo per appartarsi, l'idilio durava pochissimo.

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Napoleone era ossessionato dal tempo. Spesso diceva che era l'unica cosa che non poteva controllare. Per questo non si fermava mai.



Il suo impegno era totale. Leggiamo come egli stesso raccontava il suo attivismo.

" Quando voglio interrompere una faccenda la chiudo in un cassetto e ne apro un altro. Così non si confondono a vicenda, non si disturbani e non mi affaticano mai quando sto pensando a una in particolare. Se voglio andare a riposare, chiudo tutti i cassetti ed eccomi pronto a dormire."

Shopping Napoleonico


Link utili:

Sito della fondazione Napoleone : Napoleon.org
The napolonic series
Napoleonic guide



lunedì, settembre 25, 2017

Napoleone e la medicina

Napoleone e la medicina: un rapporto difficile


napoleone medicina



Napoleone amava la cultura e le scienze. Egli si attorniava di studiosi e scienziati a cui si associava quasi con la stessa frequenza di generali e Capi di Stato.

Di ciò ne ne sono testimonianze le riforme in campo scolastico e universitario che posero la Francia al primo posto in Europa nel campo scientifico e culturale.

Durante la spedizione in Egitto Napoleone portò con sè uno stuolo di studiosi e ricercatori che produssero una mole incredibile di lavori, senza dimenticare la scoperta della stele di Rosetta che svelò il segreto dei geroglifici.

Di seguito la lista degli studiosi al seguito della campagna d'Egitto



Malgrado la sua naturale apertura mentale verso le scoperte scientifiche Napoleone non ebbe mai troppa fiducia nella medicina, anzi diciamo pure che non credeva affatto nei medicamenti e nei medici.

Una posizione che oscillava fra un velato fatalismo e un marcato scetticismo verso i rimedi empirici dei medici.

C'è da dire che Napoleone fino a che non fu assalito dal cancro allo stomaco che lo portò alla tomba, godette di ottima salute. Egli soleva dire di non essersi mai accorto della propria testa o del suo stomaco per cui l'opera dei medici non gli fu affatto necessaria.

Napoleone cercava di sconfiggere le malattie attraverso una maniacale cura dell'igiene personale.

Sono ormai entrati nella storia i suoi frequenti bagni. L'Imperatore era solito, infatti  immergersi per tantissimo tempo in acqua quasi bollente. A volte addirittura si scottava, ma non rinunciava mai alla sua toilette quotidiana anche nelle situazioni più estreme come quando si trovava in prossimità dei campi di battaglia.

Un altro rimedio empirico cui Napoleone teneva tantissimo era il frizionare il corpo con acqua di colonia di cui faceva un uso smisurato (si dice 60 flaconi al mese) e continuo e che aveva sempre con sè. Si dice che avesse infilata neglli stivali una bottiglietta di acqua profumata ai fiori d'arancio.

acqua di colonia napoleone


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Sfiducia totale nella medicina, ma fiducia illimitata nel suo medico personale: Corvisart.

Spesso l'Imperatore soleva dire che egli non si fidava della medicina, ma si fidava di Corvisart.

Fiducia ben riposta. Corvisart era un vero e proprio luminare autori di studi all'avanguardia, scopritore della semeiotica medica.

corvisart


Ben presto Corvisart divenne più che un medico. Napoleone, infatti si fidava di Corvisart, lo elesse a suo consigliere e amico oltre che Barone dell'Impero. Il medico lo ricambiò con una fedeltà assoluta

Malgrado il suo scetticismo Napoleone, comunque si faceva curare dal miglior medico di Francia

Corvisart seguì Napoleone durante tutta la sua epopea e fu presente in alcuni momenti importanti come quello del parto di Maria Luisa.




La nascita del re di Roma si presentava difficile e pericolosa. I medici presenti esitavano, non volevano procedere senza la presenza di Corvisart. Napoleone non ebbe dubbi, operare immediatamente, cercare di salvare a tutti i costi la madre anche a scapito del bambino.

Il neonato Aiglon venne poggiato per terra esanime. Arrivò trafelato Corvisart che cominciò a massaggiare il piccolo fino a farlo riprendere, fino a farlo vagire.

La discendenza di Napoleone era salva!

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Altri due medici furono importanti nella vita di Napoleone. Entrambi furono protagonisti nell'ultima parte della vita dell'Imperatore durante l'esilio a Sant'Elena.

Il primo fu O'Meara, medico irlandese che fu poi allontanato dall'isola perché accusatodi simpatizzare per l'Imperatore.

Napoleone-and-O'Meara
Napoleone e O'Meara


Come quasi tutti i testimoni dell'esilio di Napoleone, anche O' Meara scrisse le sue memorie.

In un passo O'Mera afferma:

"Napoleone si cura malvolentieri, perché non ha alcuna fede nella medicina"


Quando poi Gorgaud si ammala Napoleone chiede notizie a O' Meara. Il medico gli risponde di aver prescritto un farmaco al che l'Imperatore risponde:

" Farebbe meglio a mettersi a dieta per qualche giorno e bere molta acqua. Questi medici non valgono uno zero
".

medico napoleone

Infine Francesco Antonmarchi, il medico che assistì Napoleone fino alla sua morte.

Antonmarchi era Corso come l'Imperatore. Egli accettò di recarsi  a Sant'Elena sollecitato dalle premure della madre di Napoleone, Letizia Ramolino.

Antonmarchi era un buon medico che ebbe un ottimo rapporto con Napoleone. Fu proprio Antonmarchi ad eseguire l'autopsia sul corpo dell'Imperatore ed è il proprio il medico corso che ci ha fornito la causa della precoce dipartita: cancro allo stomaco.

Conclusioni

Un uomo di un'apertuta mentale ecezionale che non si fidava della scienza medica. Difficile spiegare questo atteggiamento di Napoleone. Una mia idea è che forse il futuro Imperatore restò scosso dalla precoce morte del padre e dalla impossibilità della scienza medica a trovare cure adatte ed efficaci. Probabilmente Napoleone maturò l'idea che i medicamenti erano solo dei palliativi.

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Quotes of the day - 25 settembre

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lunedì, settembre 18, 2017

Lettera d'amore a Maria Walewska

Maria Walewska

Due gli amori importanti nella vita di Napoleone.

Il primo, quello più conosciuto è stato  Giuseppina.

Giuseppina ebbe effetti devastanti sul giovane Napoleone.

Una passione senza eguali si impadronì dell'animo del giovane Bonaparte che trovava il tempo di scrivere più di una lettera al giorno alla sua amata benchè fosse impegnato in guerra a combattere durante la 1° Campagna d'Italia.


Le epistole tra "Il piccolo Caporale" e la bella creola sono intrise di passione e d'amore e forniscono un'idea chiara dell'enorme trasporto fisico e mentale che divorava il giovane ed inesperto amante Napoleone.



Sappiamo bene che Giuseppina era lusingata dalle attenzioni del neomarito, ma nello stesso tempo ne era infastidita.
Ella non voleva lasciare gli agi e le gioie della vita dei salotti parigini e non voleva abbandonare la sua vita lussuriosa fatta di enormi sprechi di denaro e di qualche amante.

Napoleone, Italiano nell'animo, non poteva certo accettare questo stato di cose.

Ho già raccontato la storia tra Napoleone e Giuseppina, se volete leggerne qualche passo vi lascio qui di seguito i link:




Il secondo amore, diverso, più maturo, ma sempre appassionato Napoleone lo prova per la giovane Polacca Maria Walewska.

Bonaparte si innamora perdutamente.
Maria non rappresenta la dama di corte con cui sfogare istinti momentanei.


Maria riesce a calmarlo, gli dà serenità, non invade i suoi spazi, è sempre presente, ma non gli dà alcuna pressione.

La Walewska rappresenta per Napoleone la moglie che avrebbe desiderato avere se non fosse stato chiamato dal destino a ricoprire un ruolo così importante nella storia.

Maria è la dolce compagna con cui condividere una serata familiare, la madre cui affidare senza paura e con fiducia i figli. 

Napoleone ha nelle sue vene sangue italiano ed è un Corso per cui la tradizione e i valori della famiglia sono altamente radicati in lui.

Maria è la famiglia. 

Chissà se mai l'Imperatore avrà pensato di abbandonare tutto per consegnare la sua vita ad affetti semplici e naturali.

Chissà se ci sarà stato un momento in cui nella sua mente lo avrà sfiorato il pensiero di abbandonare trono ed onori per passare il resto della sua vita in compagnia della giovane Polacca.

Non lo sapremo, mai e forse mai sarebbe accaduto. 
Basti pensare che Maria non esitò a raggiungere Napoleone durante i mesi dell'esilio all'isola d'Elba. Ci fu un incontro tra i due pieno d'amore, ma come soleva spesso dire Napoleone aveva il cuore nella sua testa. 
L'Imperatore progettava la sua fuga, il suo riento trionfale a Parigi alla riconquista del potere perduto e lui era sposato.

Il suo legame con una principessa asburgica che oltre tutto gli aveva donato quell'erede tanto agognato e che Giuseppina non era riuscita a dargli non poteva essere tradito,

A malincuore Napoleone congedò Maria che come sempre ubbidì  senza protestare, senza strepiti, ma con la consapevolezza del suo affetto e del suo amore.

Ancora una volta Maria si era dimostrata la donna ideale per Napoleone, sottomessa alla ragion di Stato, ma tenera e affettuosa. 

Maria aveva dato un figlio a Napoleone ed egli mai lo dimenticò.

Una figura, quella di Maria Walewska che sembra minore nel panorama dell'epopea napoleonica, ma che non lo è affatto. Fu un'amante come ne ebbe tante Napoleone, ma per lei Bonaparte provò vero amore.


Maria e Giuseppina due amori così diversi


Giuseppina no è diversa. Giuseppina è gelosa di tutte le donne che l'Imperatore frequenta, teme che qualcuna di loro possa far capitolare Napoleone. Teme il divorzio.
Prova in tutti i modi ad ostacolare le innumerevoli relazioni di Napoleone spesso favorite dai suoi stessi parenti (Murat e Carolina in testa).
Le spese che l'Imperatrice produce non accennano, però a diminuire. Giuseppina vive nello sfarzo più assoluto, ma comprende che ogni giorno che passa Napoleone si allontana da lei.

Napoleone è affezionato a Giuseppina, ma comincia a mal sopportarla.

Maria è diversa, Maria è nobile, ma ha l'animo semplice. 

A volte la Storia si spiega meglio con le parole dei protagonisti. Diamo voce a Napoleone e a una delle lettere che scrive alla Walewska.

Maria mia dolce Maria. Così comincia la lettera di sotto riportata. Edè proprio questa espressione che rende meglio l'idea del sentimento di Napoleone.

Così Napoleone scrive a Maria Walewska. 

" Maria, mia dolce Maria, il il mio pensiero è per te, il mio primo pensiero è rivederti.
Tornerai non è vero?
Me lo hai promesso!
Altrimenti l'Aquila volerebbe a te.
Ti vedrò a pranzo, te lo dice l'amico. Degnati di accettare questo mazzo di fiori: possa egli divenire un misterioso legame e stabilire un vincolo segreto tra noi, in mezzo alla folla che ci circonda.
Esposti agli sguardi della moltitudine potremo capirci.

Quando porterò la mano sul cuore, saprai che esso è tutto pieno di te, e, per rispondere tu premerai sul seno i tuoi fiori.

Amami mia dolce Maria e che la tua mano non si stacchi mai dai tuoi fiori."