La propaganda: come Napoleone costruì la sua leggenda
Un abile propagandista
Tutti conoscono l' abilità di condottiero di Napoleone, la sua mostruosa capacità di lavoro, la sua proverbiale integrità morale.
Il suo potere, però si basava anche su altri aspetti non meno importanti. Uno di questi fu il culto della sua immagine, dei suoi successi che egli riuscì a diffondere per tutta l'Europa grazie a un'attenta opera di propaganda.
Il culto di se stesso
Napoleone amava i particolari ed era capace di passare da un argomento all'altro con la rapidità del fulmine per cui si occupava personalmente di aspetti sulla carta meno importanti come la propaganda.
Egli comprese alla perfezione che per lui, uomo venuto dal basso, capace di assurgere al potere supremo era necessario costruire un'immagine vincente che accrescesse la sua popolarità all'interno e intimidisse i suoi nemici.
Tanto grande fu la sua capacità propagandistica che gli stessi avversari oltre che sul campo di battaglia cercarono di controbatterlo anche su questo campo.
Gli Inglesi soprattutto inondarono il continente con libelli, caricature e con notizie false e calunniose che tendevano a smitizzare Napoleone dandogli un'immagine a tratti goffa calcando la mano sulla sua presunta bassa statura e tratteggiando in altri casi sulla sua malvagità, sul suo essere orco, capace di distruggere la vita di migliaia di giovani europei.
L'antipropaganda inglese
Gli Inglesi soprattutto inondarono il continente con libelli, caricature e con notizie false e calunniose che tendevano a smitizzare Napoleone dandogli un'immagine a tratti goffa calcando la mano sulla sua presunta bassa statura e tratteggiando in altri casi sulla sua malvagità, sul suo essere orco, capace di distruggere la vita di migliaia di giovani europei.
Per fare un rapido paragone con i giorni nostri, i nemici di Napoleone fecero largo uso di fake news.
Il controllo dei mezzi di informazione
Napoleone conosceva bene il potere dei mezzi di informazione e della stampa in particolare. Attraverso i suoi ministri della polizia esercitò un controllo continuo e costante su tutto ciò che veniva pubblicato.
Sui giornali le sue imprese erano narrate con toni enfatici, la sua figura di eroe invincibile sul campo di battaglia divenne col passare del tempo quasi mitica.
Non mancavano aneddoti più intimi per dimostrare l'umanità di Bonaparte per contrastare quell'immagine di orco che veniva propagandata dai nemici.
Poche le voci contrarie all'Imperatore e quelle poche non ebbero vita lunga.
Per avere il controllo totale dell'informazione era necessaria una certa censura che non possiamo negare che Napoleone applicò regolarmente.
I Bollettini della Grande Armata
All'inizio si trattava di rapidi resoconti delle battaglie che venivano combattute. I toni erano declamatori, enfatici ed erano a uso e consumo dei soldati per informarli sull'andamento delle campagne e per infondere loro coraggio.
Quando, però i successi napoleonici cominciarono ad aumentare anche i bollettini mutarono il loro stile. I resoconti divennero più dettagliati, all'interno di essi si potevano leggere le gesta eroiche compiute dai soldati, le loro storie personali.
I bollettini divennero delle vere e proprie news dal fronte, una sorta di romanzo a puntate che coinvolgevano così tanto i lettori che la loro diffusione cominciò a estendersi e gli stessi giornali cominciarono a pubblicarli regolarmente.
Arte e cultura
Non solo la stampa, però contribuì alla creazione dell'immagine napoleonica.
Bonaparte era attento a ogni minimo dettaglio per cui anche le opere teatrali dovevano essere uno strumento di propaganda. Napoleone amava soprattutto la tragedia per cui nei teatri parigini le rappresentazioni erano tutte dedicate agli antichi eroi greci e romani.
Mademoiselle George (leggi la storia) favorita e amante di Napoleone e Mademoiselle Duchesnois favorita di Giuseppina si contendevano la palma di migliore attrice tragica ed erano delle vere proprie star dell'epoca, mentre Talma era l'attore per eccellenza.
Il teatro serviva a Napoleone per accrescere il sentimento patriottico e nazionalista e anche per questo egli impose un rigido controllo sulle opere in cartellone.
Napoleone era attento a cogliere ogni accenno di allegoria antibonapartista o della semplice satira nelle opere teatrali per cui molte di esse non videro mai le scene.
Napoleone era attento a cogliere ogni accenno di allegoria antibonapartista o della semplice satira nelle opere teatrali per cui molte di esse non videro mai le scene.
Pittura e scultura
Non solo teatro, però Napoleone sfruttò anche la pittura e la scultura per dare una rappresentazione immaginifica della sua epopea. I quadri, di Appiani, Jacques Louis David e Antoine Jean Gros, solo per citarne alcuni, hanno raffigurato Napoleone in tutte le sue sfumature.
L'Imperatore sul suo trono, l'incoronazione solenne, il soldato indomito e coraggioso, l'uomo accanto ai suoi soldati e alla sua famiglia.
La macchina della propaganda bonapartista era imponente e accurata.
E' chiaro che una simile impalcatura non doveva avere nessun tipo di critica o di contraltare e questo limitò di non poco la libertà di espressione.
E' chiaro che una simile impalcatura non doveva avere nessun tipo di critica o di contraltare e questo limitò di non poco la libertà di espressione.
In maniera paradossale il punto più alto del culto della propria immagine e della propaganda Napoleone lo raggiunse a Sant'Elena.
Prigioniero di fatto degli Inglesi nella piccola e sperduta isola dell'Atlantico, Napoleone pensò bene di dettare le sue memorie.
Il Conte di Las Cases non si trovava per caso fra i suoi accompagnatori avendo subodorato la possibilità di raccogliere le memorie di Napoleone.
I racconti di Napoleone, la sua vita, le sue ragioni, i suoi sentimenti furono raccolti in quello che divenne il più grande successo editoriale del 1800: "Il Memoriale di Sant'Elena".
Nel memoriale Napoleone tracciò la propria immagine di riformatore, di soldato costretto alla guerra dalla politica restaurazionista delle altre potenze europee e dall'avversione inglese preoccupata per i suoi traffici commerciali.
La sua barbara prigionia e l'accanimento triste del governatore di Sant'Elena, Hudson Lowe lo trasformarono in un vero e proprio martire.
Anche per merito del Memoriale la sua leggenda oggi a 200 anni dalla morte è ancora vivida e coinvolgente.
Conclusioni
In ogni tempo e in altre pagine della Storia la propaganda ha svolto un ruolo ben preciso di sostegno al potere. Napoleone, dall'alto del suo genio, interpretò alla perfezione la potenza e l'utilità della propaganda e la sfruttò come meglio non si poteva.
Domando a voi lettori, quali altri potenti della storia hanno fatto ricorso in modo intensivo e mirabile per sostenere la loro politica e le loro azioni?
L'elenco potrebbe essere lungo!
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