sabato, novembre 28, 2009

Napoleone. La mia amante è il potere

La mia amante è il potere


napoleon bonaparte

Più che la gloria, Napoleone amava il potere. Bonaparte era un conduttore di uomini. Giovane generale nella prima campagna d'Italia con il suo carisma riuscì a farsi seguire sia dalle truppe che dagli ufficiali.

La carriera di Napoleone fu costellata sempre da questa sua capacità. I suoi uomini andavano a morire per lui. Il grido di Vive l'Empereur riecheggiava per tutto il territorio francese.

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Napoleone amava il potere, ma egli ricambiava quest'amore riversandolo su i suoi sudditi.

Spesso Napoleone è stato definito uomo del destino come se la sua ascesa fosse stata scritta nelle stelle e fosse dipesa da una serie di circostanze positive e fortunate.
Bonaparte si rendeva conto di questo pensiero e comune e volle fare questa precisazione.

 " ...per quanto si possa dire che il potere è giunto spontaneamente a me, io posso affermare che mi è costato pene, dolore ed espedienti".
Napoleone fu indubbiamente favorito dalle circostanze. La Rivoluzione  aveva fatto piombare  la Francia in un periodo di grande incertezza politica ed istituzionale. In un'epoca di così grandi trasformazioni il genio napoleonico ebbe modo di affermarsi.

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napoleone collage

In altri tempi sarebbe stato difficile immaginare l'ascesa al potere di un giovane abitante della Corsica, senza mezzi economici e di nascita.

Napoleone si impose, però grazie alla sua superiorità intellettuale, alla sua smisurata ambizione,alla sua dedizione assoluta, al suo lavoro indefesso.

Egli amò il potere, ma il potere venne a lui in forza di un corte serrata

Siti napoleonici

Napoleon. org il sito della Fondazione Napoleon


I reduci di Waterloo: Gebhard Leberecht von Blücher


Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone sconfitto, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque si dispera, non è Blücher, che non ha proprio combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una tale parola il nemico che vi annienta, vuol dire vincere.
Victor Hugo


waterloo battaglia


Il feldmaresciallo Blucher sopravvisse solo quattro anni alla grandiosa battaglia di Waterloo.

Dopo l'occupazione di Parigi egli intendeva far saltare il Ponte di Jena, fatto costruire da Napoleone nel 1807 e che era terminato appena un anno prima.

Solo l'intervento di Luigi XVIII riuscì a evitare che il ponte saltasse.

Blucher tornò in patria e si dedicò principalmente al suo hobby preferito: il gioco d'azzardo.

In patria il feldmaresciallo era molto popolare e gli furono perdonati questi suoi eccessi nel gioco, anche perché lo stesso Federico Guglielmo III lo aveva in simpatia.

Le sue condizioni di salute, però cominciarono man mano a peggiorare fino a che nel 1819, il 12 settembre all'età di settantasette anni morì.

blucher

Si disse che ad aggravare le sue condizioni di salute fu una caduta da cavallo avvenuta per "farsi bello" al cospetto di alcune signore.

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sabato, novembre 21, 2009

Gli aforismi di Napoleone Bonaparte

Gli aforismi di Napoleone Bonaparte

Personalità complessa quella di Napoleone. Un personaggio amato alla follia e odiato da molti con la stessa intensità.

C'è chi sottolinea la straordinaria abilità di stratega militare che lo portò a vincere e sbaragliare gli eserciti di tutta Europa chi mette in risalto l'uomo di Stato che riformò la Francia dilaniata dalle lotte intestine che seguirono la Rivoluzione francese.

I detrattori di Napoleone, invece insistono sulla terribile carneficina cui sottopose l'Europa dopo venti anni di guerre. L'orco così lo definirono gli avversari dell'epoca e ancora oggi molti lo definiscono tale e pensano che la sua smisurata ambizione e la sua follia portarono all'estremo sacrificio un'intera generazione di giovani europei.


Nelle immediatezze della morte Alessandro Manzoni nel suo 5 maggio lanciò un quesito cui forse a distanza di 200 anni non  è stata data ancora risposta:


Fu vera gloria?


Questo blog celebra Napoleone per cui il mio giudizio è scontato ed è chiaramente positivo.

Napoleone fu un pacificatore interno. Egli assunse le redini del governo di una Francia che aveva passato le nefandezze del Terrore che era dilaniata di una vera e propria guerra civile nella Vandea realista.
Le varie fazioni si affrontavano senza che nessuna di esse prendesse il sopravvento.

Napoleone riuscì nell'intento di pacificare la Francia.

Lo fece a suo modo, da militare,  usando le maniere forti, instaurando un regime  che si basava sulla polizia, con limitazioni della libertà, ma il risultato fu quello che la maggior parte del popolo voleva: la fine della parte cruenta della Rivoluzione.

Le guerre furono un'inevitabile conseguenze della Rivoluzione.


I sovrani d'Europa compresero ben presto la portata sovversiva della rivoluzione e pensarono bene di soffocarla, cercando di rimettere sul trono i Borbone.

Le guerre diventarono un passaggio obbligato. Napoleone trasformò quella che in parte poteva essere una guerra difensiva in un enorme conquista che lo portò a dominare su tutta l'Europa.

In fondo la su abilità di stratega e la sua maestria militare furono anche la causa della sua fine.

Napoleone divenne troppo potente, la Francia dominatrice non poteva reggere. Gli interessi di Russia, Austria e Inghilterra erano mortificati dallo strapotere napoleonico.

L'invasione della Spagna e la campagna di Russia furono errori gravi che accelerarono la disfatta finale.

Al di là dei giudizi sull'uomo e sul personaggio storico che certo non si possono esaurire in poche righe è utile per aiutare a comprendere il pensiero di Napoleone, analizzare alcune sue affermazioni.

Il web e i social sono diventati il mondo degli aforismi, delle frasi celebri. Come non citare alcuni dei motti del grande Napoleone?

Napoleone primo piano

  • L'homme n'est qu'un animal plus parfait que les autres et qui raisonne mieux

  • La menzogna passa, la verità resta

  • La tragedia infiamma l'animo,solleva il cuore, crea eroi

  • La pubblica istruzione è la prima molla del governo

  • Senza giustizia non vi è forza

  • L'immaginazione governa il mondo

Qui morì Napoleone

1821


In questa piccola sala di Longwood, nell'isola di Sant'Elena, morì Napoleone Bonaparte.

Era il 5 maggio 1821.

Napoleone era giunto a Sant'Elena 6 anni prima nel 1815. 

Qualche mese prima l'Imperatore era stato sconfitto a Waterloo, quando il suo esercito affrontò le truppe inglesi con al comando il Duca di Wellington e quelle Prussiane del generale Blucher.



L'andamento dell'ultima battaglia fu deciso proprio dall'arrivo delle truppe prussiane sul campo di battaglia quando ormai la battaglia si poteva dire vinta da Napoleone.


Napoleone era ormai definitivamente sconfitto.


L'Imperatore aveva un unico obiettivo: che la sua dinastia fosse riconosciuta. 

L'atto di abdicazione aveva lo scopo di portare il figlio a governare la Francia.

L'entourage di Napoleone suggeriva l'esilio volontario negli Stati Uniti, ma l'Imperatore non fu d'accordo.

La decisione finale fu quella di consegnarsi nelle mani del nemico di sempre: l'Inghilterra.

Il governo inglese decise, però di sbarazzarsi per sempre di Napoleone esiliandolo nella sperduta isola di Sant'Elena.

napoleone hudson lowe


I 6 anni trascorsi sull'isola dell'oceano atlantico furono terribili per l'Imperatore. Il governo inglese inviò come governatore dell'isola Hudson Lowe, un generale burocrate che trasformò l'esilio in una vera e propria prigionia.


Napoleone subì umiliazioni di ogni tipo, anche se il suo dolore più grande fu quello di essere lontano dai propri cari.

Nei primi tempi dell'esilio Napoleone coltivò anche l'idea di una possibile fuga o di un cambiamento della scena politica europea che gli consentisse un clamoroso ritorno.

Ben presto, però comprese che la Restaurazione sarebbe durata a lungo e che Sant'Elena sarebbe stata la sua tomba.

L'umore di Napoleone cominciò a peggiorare così come la sua salute minata anche dalle terribili condizioni climatiche dell'isola.

Il 5 maggio 1821 il destino dell'Imperatore si compì. Napoleone nacque su un'isola e su un'isola morì.

morte napoleone


A Sant'Elena, Napoleone ricevette un'anonima sepoltura, anche il suo desiderio di tornare almeno da morto in Francia fu disatteso dagli Inglesi che lo tennero prigioniero anche da morto.

Solo nel 1840, Napoleone tornò sul suolo francese. Solenni funerali si tennero il 15 dicembre 1840.
Le sue spoglie mortali trovarono la loro dimora a Les Invalides.

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martedì, novembre 17, 2009

I cento giorni di Joseph Roth


I Cento Giorni di Joseph Roth è un libro di un fascino particolare.
Come lo stesso autore racconta l'intento del libro non è quello di fare una narrazione storica di un periodo dell'epopea napoleonica, ma quello di fare un ritratto dell'Imperatore Uomo.
" Vorrei fare di un grande un umile" queste le esatte parole che Roth usa per spiegare la sua opera.
Contrapposta alla monumentale figura dell'Empereur c'è quella di una donna: Angelina Pieri.
Due figure che non potrebbero avere niente in comune, ma le cui storie si fondono e forse in qualche modo si assomigliano.

venerdì, novembre 13, 2009

L'atto di nascita del Re di Roma

Aiglon

Estratto dell'atto di Nascita del figlio di Napoleone.



Sua Maestà l'Imperatore

ci ha dichiarato essere sua intenzione che il re di Roma riceva i nomi di Napoléon, François, Joseph, Charles.»

Napoléon era il nome di suo padre,

François quello del nonno materno,

Charles quello del nonno paterno;

quanto a Joseph si ricorda che Giuseppe Bonaparte fu il padrino del bambino con Ferdinando III di Toscana, presente in luogo di suo fratello, l'imperatore Francesco I d’Austria.


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martedì, novembre 10, 2009

Come avere successo: il metodo Napoleone

Napoleone
Strategie vincenti, organizzazione, to do list, efficacia ed efficienza, time management.Il web è pieno di pagine che cercano di insegnare come avere successo nella vita, come raggiungere le vette più alte nel proprio lavoro, ma non solo.
Ogni tanto viene fuori un guru che cerca di propinare la sua ricetta miracolosa, ma perchè non prendere a riferimento l'uomo che nella storia è riuscito più di tutti?
Napoleone era nato in una piccola isola in un periodo di grossi sconvolgimenti sociali, era di buona famiglia, ma non era nè ricco nè nobile, nè apparteneva alla Chiesa.Malgrado ciò divenne l'uomo più potente della terra.
Come fece?
Qual è stato il suo metodo?

Bonaparte non lasciava nulla al caso, cercava di studiare ogni questione nei minimi particolari, non si trovava mai impreparato.
Seguiva decine di impegni contemporaneamente, utilizzando come metafora quella dei cassetti.Ogni problema era un cassetto aperto, egli saltava da un cassetto all'altro in maniera instancabile.Si riposava quando tutti cassetti erano chiusi.
Diciamo che si trattava di GTD ante litteram, con un eccezione però difficilmente Napoleone delegava qualcosa a qualcuno.
Bonaparte amava leggere documentarsi costantemente e si interessava di tutto.
Inoltre egli era costante, non amava le frivolezze e le vacanze, soleva dire infatti che come era necessario nutrirsi ogni giorno così anche il lavoro doveva essere quotidiano.
Un metodo da approfondire, ma sicuramente efficace.

lunedì, novembre 02, 2009

Napoleone e i Napoletani: raccomandazioni al fratello Giuseppe

Giuseppe bonaparte
Siamo nel 1806 e Napoleone trova il tempo di scrivere al fratello Re di Napoli per alcune utili raccomandazioni.
" Caro fratello, vi fidate troppo dei Napoletani: devo mettervi in guardia soprattutto per quanto riguarda la cucina e la vostra sicurezza personale, senza precauzioni correte il rischio di essere avvelenato o assassinato.
...di notte nessuno deve entrare nella vostra camera, ad eccezione del vostro aiutante di campo. La porta deve essere chiusa dall'interno e voi stesso aprirete al vostro aiutante solo se siete sicuro che sia lui. Il vostro aiutante, poi dovrà bussare alla vostra porta solo dopo aver chiuso la sua per essere sicuro che nessuno lo abbia seguito....
Fidatevi della mia esperienza.