Blücher e la Campagna di Waterloo: il vecchio maresciallo che fermò Napoleone
Gebhard Leberecht von Blücher: strategia, mito e realtà del protagonista prussiano di Waterloo
Il nome di Blücher è indissolubilmente legato a Waterloo. Quando pensiamo a quella giornata – 18 giugno 1815 – immaginiamo Napoleone, Wellington, la Guardia Imperiale. Ma senza il “vecchio maresciallo prussiano”, la battaglia più celebre della storia moderna sarebbe stata molto diversa.
Gebhard Leberecht von Blücher (1742–1819), comandante prussiano di 73 anni, fu uno dei personaggi più inattesi e carismatici dell’Età Napoleonica. Guerriero istintivo, cavaliere irruento, soprannominato Marschall Vorwärts! (“Avanti!”), incarnava la rinascita della Prussia dopo le umiliazioni di Jena e Auerstädt.
La Campagna del Belgio del 1815 non fu solo una corsa contro il tempo: fu una lotta psicologica e strategica che vide Blücher resistere a una rovinosa sconfitta a Ligny, riorganizzare l’esercito e piombare a Waterloo nell’ora decisiva.
1. Chi era davvero Blücher? Un comandante fuori dagli schemi
Blücher non era un teorico raffinato né un genio tattico alla maniera di Napoleone. Era però:
- un motivatore straordinario, amatissimo dai soldati;
- una forza della natura, capace di trascinare uomini esausti;
- un simbolo politico della rinascita prussiana;
- un comandante determinato, pronto ad attaccare anche nelle condizioni peggiori.
La sua personalità era leggendaria. Come scrisse Clausewitz, che lo conobbe personalmente:
“Blücher non era un grande teorico, ma possedeva un dono raro: la capacità di trasformare la volontà in energia collettiva.”
2. La situazione strategica del 1815: Napoleone contro il tempo
Dopo il ritorno dall’Elba, Napoleone sapeva che l’Europa si sarebbe unita ancora una volta contro di lui. L’unica possibilità di sopravvivenza politica era colpire per primo, separando i due eserciti nemici:
- quello anglo-alleato di Wellington,
- quello prussiano di Blücher.
L’idea napoleonica era semplice e audace: sfondare al centro, colpire alternativamente i due eserciti e impedirne il ricongiungimento.
3. I giorni decisivi: Ligny e Quatre Bras (16 giugno 1815)
Blücher a Ligny
Il maresciallo prussiano, travolto dall’attacco francese, cadde da cavallo e rischiò la cattura. La battaglia fu un disastro per i prussiani: 16.000 perdite, linee spezzate, unità in rotta.
Ma accadde un fatto decisivo: Blücher decise di NON ritirarsi verso est, come Napoleone si aspettava, bensì verso nord, in direzione di Wellington.
4. La grande incomprensione di Napoleone
Napoleone era convinto che i prussiani si sarebbero ritirati su Namur o Liegi. Invece Blücher, sotto la guida del geniale von Gneisenau, si diresse verso Wavre.
Questa mossa:
- permise ai prussiani di rimanere a portata di Wellington,
- accelerò la riorganizzazione dell’esercito,
- rese possibile la marcia decisiva del 18 giugno.
Napoleone, convinto di aver neutralizzato Blücher, inviò Grouchy all’inseguimento, separando così un corpo d’armata decisivo dal campo di battaglia.
5. 18 giugno 1815: il ruolo di Blücher a Waterloo
La marcia della disperazione
I prussiani partirono da Wavre alle 11 del mattino, stremati e su terreno fangoso. Blücher, settantatreenne, guidò la colonna a cavallo, incitando i soldati con una energia sorprendente.
Primo contatto: Plancenoit
Verso le 16:30 i prussiani raggiunsero il fianco destro francese e attaccarono Plancenoit.
- Napoleone dovette distogliere truppe dalla linea principale;
- il fianco francese iniziò a cedere;
- la pressione sulla Guardia Imperiale aumentò.
L’attacco finale
La Guardia Imperiale avanzò contro il centro anglo-alleato, mentre i prussiani serravano sul fianco. Blücher arrivò sul campo e incontrò Wellington:
“Ich gratuliere Ihnen!” – disse il duca.
“Noi l’abbiamo battuto. Ora inseguirlo!” – rispose Blücher.
6. Blücher dopo Waterloo: il cacciatore di Napoleone
Blücher voleva impedire a Napoleone ogni recupero politico. Fu tra i primi a entrare a Parigi nel luglio 1815. Desiderava far saltare il Pont de Jena, ma Wellington lo fermò.
7. Mito e realtà del vecchio maresciallo
Gli storici concordano: senza Blücher,Wellington sarebbe stato probabilmente sconfitto.
- i prussiani portarono 30.000–50.000 uomini sul campo;
- la pressione laterale collassò la linea francese;
- la manovra avvolgente rese impossibile la vittoria napoleonica.
8. Blücher nella memoria europea
Il maresciallo morì nel 1819, ma divenne un’icona in Germania e in Europa. Per gli inglesi, l’alleato fedele; per i francesi, l’incubo del 1815; per gli storici, una figura indispensabile per capire la caduta finale di Napoleone.
Fonti accademiche consigliate
- David G. Chandler – The Campaigns of Napoleon
- Peter Hofschröer – 1815: The Waterloo Campaign
- Andrew Roberts – Napoleon the Great
- Royal United Services Institute (RUSI) – Waterloo Studies
- German Historical Institute – Papers on the Prussian Army
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