sabato, luglio 10, 2021

La malinconia di un giovane Napoleone

Un Napoleone pessimista e malinconico, ma non troppo.

opere di napoleone



Uno scritto giovanile di Napoleone


Analizziamo insieme uno scritto giovanile di Napoleone.
Bonaparte ci fa partecipi di un suo momento di estrema malinconia che lo porta a pensare alla morte come unica soluzione all'impossibilità di salvare la Corsica dal giogo francese.

La Corsica invasa dai Francesi

napoleon at brienne


Napoleone è disperato, pensa alla condizione della propria patria, alla mancata reazione d'orgoglio dei Corsi che hanno accettato supinamente l'invasione francese.

Napoleone vive al di fuori della realtà. Il patriottismo e la voglia di indipendenza della Corsica è un sentimento ben presente nell'animo dei suoi compatrioti, ma il dominio dei Francesi non limita assolutamente la libertà dei Corsi come egli vuole far intendere.

La vera causa  di questa vena triste è da ascriversi al fatto che in quegli anni egli non aveva ancora trovato la strada delle propria realizzazione. Egli è un giovane ufficile pieno di ambizioni, sogni e speranze. Un vulcano che ribolle di lava che non sa dove far tracimare la propria energia.

Ma analizziamo meglio, passo per passo, cosa scrisse:

napoleone solo



Sempre solo in mezzo agli uomini, torno a sognare con me stesso  e con grande forza torna la mia malinconia.

Verso quale direzione è rivolta oggi?

Dalla parte della morte. All'alba dei miei giorni posso sperare ancora di vivere a lungo. Sono stato via sei o sette anni dalla mia patria. Quali piaceri non assaggerò, quindi nel non vedere più per quattro mesi e i miei compatrioti e i parenti?...

Quale demone mi  porta dunque a volere la mia distruzione? Cosa debbo  fare in questo mondo? Visto che devo morire, non  vale la pena uccidersi?

Se avessi già superato i sessanta,  aspetterei pazientemente che la natura possa compiere il suo corso;

ma da quando comincio a sperimentare disgrazie, nulla è piacevole per me.

Perché dovrei sopportare giorni in cui  nulla mi ha fatto prosperare? Come  sono lontani dalla natura gli uomini! Com'è codardo, vile, strisciante l'uomo!


La solitudine di Napoleone

napoleone primo piano


Napoleone si sente solo. Non è la prima volta che gli accade di provare questa sensazione.

Le poche cronache che ci vengono da Brienne ci dicono, infatti di un Bonaparte spesso isolato dai suoi compagni. Chiuso nel suo mondo, chino sui libri di storia e di matematica, mai partecipe dei giochi e dei momenti di svago.

Related: l'infanzia di Napoleone

Un ragazzo, quello di Brienne, che canalizza la propria incapacità di inserimento col fatto di essere Corso. Lo prendono in giro per quel suo strano nome che storpiano in "Paille au nez", per la sua magrezza e per quel suo francese che somiglia a un Italiano.

In quegli anni Napoleone è ossessionato dall'invasione dei Francesi che dal 1769 avevano conquistato la Corsica. Egli, nel suo animo di ragazzo vede questo avvenimento come una violenza. 

Ma proseguiamo con le parole di Napoleone che ci chiarisce meglio i suoi concetti.




napoleone collage



Che spettacolo vedrò nel mio paese? I miei compatrioti carichi di catene e che baciano tremanti le mani di chi li opprime! Non ci sono più quegli eroici Corsi , nemici dei tiranni, del lusso, e dei vili cortigiani»...

Con la libertà, sono svaniti come sogni, quei giorni felici! Francese, non contento di

di averci tolto tutto ciò che amiamo, tu hai ancora corrotto la nostra morale. Lo stato attuale della  mia

 patria e l'impossibilità di cambiarla è dunque un buon motivo per fuggire da una terra dove sono obbligato dal dovere di lodare gli uomini che devo odiare per virtù.

 Quando la patria non c'è più, un buon patriota deve morire.  La vita dipende da me che non provo alcun piacere; tutto è doloroso per 
me.

 Lei è un peso per me perché gli uomini con cui vivo e probabilmente vivrò hanno e una morale morale  lontano dalla  mia come il chiaro di luna differisce da quello del sole.
Quindi non posso seguire l' unico stile di vita che potrebbe farmi sopportare la vita, da cui segue un disgusto per tutto.

In questa seconda parte Napoleone chiarisce bene il suo pensiero.

La rabbia di Napoleone

firma napoleone



Egli prova una rabbia e un rancore profondo per i Francesi che hanno invaso la propria patria. Vede che i Corsi si sono piegati e che non hanno alcuna intenzione di ribellarsi.

D'altra parte questa era stata anche la scelte, della prima ora, del padre Carlo che dopo aver combattuto al fianco di Paoli aveva deciso, dopo la battaglia di Ponte Nuovo di schierarsi dalla parte dei Francesi.

Napoleone che in seguito diverrà l'Imperatore dei Francesi, in quegli anni li detesta. Eppure è proprio grazie alla Francia, al re e ai buoni uffici di Marbeuf, il governatore dell'isola che egli ha potuto studiare e ricevere un 'educazione che lo avrebbe portato alla carriera militare.

Uno spirito acerbo

Corsica


Lo spirito di Napoleone di quegli anni non è ancora maturo. Egli si sente un eroe, paladino della libertà, che deve liberare la sua patria.

Napoleone non pensava veramente alla morte come soluzione, come afferma nello scritto. Troppo forte, troppo fiero e orgoglioso per arrendersi. In quegli anni gli piaceva di atteggiarsi a martire e quello che scriveva era frutto di quello che aveva letto.

Un tratto però mi piace sottolineare. Già da queste parole scritte da giovane , si avverte il senso di uno spirito inquieto, di un carattere che non si sarebbe mai piegato. Il tratto di un uomo ambizioso, focalizzato sugli obiettivi da raggiungere che pensa alla morte solo perché li vede lontani e irraggiungibili.

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