Il giorno più lungo
A Waterloo si consumò l'ultimo atto dell'epopea napoleonica. Una battaglia che è passata alla storia in cui i destini di vincitori e vinti si mescolano in un caleidoscopio di emozioni e di episodi di eroismo.
Sul campo di battaglia migliaia di morti e la fine di un uomo che aveva avuto la forza e l'ardire di sfidare il mondo: Napoleone Bonaparte.
Scontro fra Titani
Waterloo giugno del 1815. E' tra i campi di grano e le strade dissestate della campagne belghe che Napoleone conosce la più dura delle sconfitte. Fu l'ultima resa dei conti, l'epilogo di una imponente epopea che aveva caratterizzato il panorama europeo per più di un decennio.
Napoleone a Waterloo sapeva di mettere in gioco il suo destino e il suo futuro. Egli non aveva moltissime truppe da mettere in campo, ma i suoi soldati erano ancora i migliori d'Europa.
A Napoleone non mancava il coraggio e l'ardore, anche se cominciava ad avvertire i segni di una stanchezza invincibile.
Come sempre egli prpeparo la battaglia con cura maniacale studiando le carte, interrogando le spie e i suoi soldati mandati in avanscoperta.
Inglesi e Prussiani
Di fronte aveva due eserciti: quello prussiano comandato dal vecchio Blucher il generale forward, sempre avanti. Un uomo coraggioso oltre ogni limite, ma con evidenti carenze in materia di strategia e di tattica compensate dal suo aiutante di campo August von Gneisenau.
Con i Prussiani, Napoleone doveva affrontare il duca di Wellington che comandava un esercito variegato formato per lo più da Olandesi.
La Storia decise la sconfitta di Napoleone
Napoleone conobbe la sconfitta a Waterloo. Le cause che gli storici e gli esperti militari hanno voluto trovare sono variegate: dall'inizio dei combattimenti in tarda mattinata, alle scriteriate cariche di Ney, passando per la poca abilità di Soult come capo di Stato Maggiore, il mancato arrivo di Grouchy sul campo di battaglia.
Argomentazioni valide, ma Napoleone a Waterloo fu sconfitto dal peso della storia. In un solo giorno gli dei della guerra che tante volte avevano aiutato Bonaparte come a Marengo lo abbandonarono.
In Belgio sembrava che una forza maggiore avesse deciso la fine di un'epoca e il destino di un uomo.
Waterloo fu un palcoscenico dove l'umanità si confrontò con la sua vulnerabilità, dove il coraggio e la follia ballavano una danza mortale tra le file dei soldati.
Il destino fece apparire la vittoria francese come certa, ma poi il caso, l'imponderabile, gli errori, la stanchezza ribaltarono le cose. La vittoria sorrise beffarda a Napoleone, ma poi si tuffò tra le braccia di Wellington dando un rapido bacio a Blucher.
Quando crollarono le speranze
Nel fragore dei cannoni e nel frastuono della mischia, tutto cambiò.
Le speranze di Napoleone si frantumarono come vetri rotti sotto i piedi di un destino implacabile.
Le sue truppe, che avevano marciato attraverso le terre d'Europa con la fermezza di un destino inarrestabile, vacillarono sotto il peso degli errori e delle circostanze avverse. E così, con il suono delle armi che si placava e il grido dei moribondi che svaniva nell'aria, Napoleone si arrese al suo destino.
Le sue truppe, che avevano marciato attraverso le terre d'Europa con la fermezza di un destino inarrestabile, vacillarono sotto il peso degli errori e delle circostanze avverse. E così, con il suono delle armi che si placava e il grido dei moribondi che svaniva nell'aria, Napoleone si arrese al suo destino.
Napoleone abbandonato da tutti, dai suoi familiari, dai suoi Marescialli, ma anche da quella sorte favorevole che come una stella lo accompagnava affrontò con dignità la sua sconfitta con l'unica, vana speranza di vedere suo figlio al suo posto.
La condanna all'oblio
Il mondo, però aveva deciso che il suo nome doveva scomparire per sempre, la condanna più grande: l'oblio. I Romani conoscevano bene questo viscido supplizio "Damnatio memoriae" lo chiamavano. Napoleone fu più grande anche di questa condanna.
Video: I funerali di Napoleone
L'implacabile vendetta
Napoleone trovò la sua vendetta nell'eternità delle parole. Le sue memorie, scritte con la penna di un uomo condannato a l'oblio, sarebbero diventate la sua ultima arma, un'epica testimonianza della sua grandezza e della sua caduta. Così, anche se le glorie di un tempo erano ormai svanite nel passato, il nome di Napoleone avrebbe continuato a risuonare attraverso i secoli, una stella caduta che ancora brilla nel firmamento della storia.
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