Napoleone a Palais-Royal, un incontro d'amore
Sant'Elena, Marzo del 1816
Siamo agli inizi di marzo. La primavera tarda ad arrivare qui a Sant'Elena. Il clima oceanico porta molta pioggia e nebbia. Malgrado ciò esco un pò di più e passeggio senza allontanarmi troppo.
Le mie passeggiate
Passeggiare mi rilassa e mi fa pensare. La stessa cosa mi succede quando mi rado. Ho sempre fatto la barba da solo, non mi sono mai fidato di un barbiere, ma soprattutto il momento della rasatura per me è sempre stato di riflessione.
Pensieri sparsi
Mi concentro sul taglio per radermi alla perfezione, a fine rasatura chiedo al mio valletto se intravede qualche pelo che è sfuggito. Quando ho terminato inondo il viso di acqua di colonia. Il contatto della pelle rasata con l'alcol è uno dei momenti più piacevoli della giornata. Il profumo della colonia mi rasserena la mente.
Qui a Sant'Elena la colonia mi manca. Ne faccio fabbricare un pò con mezzi di fortuna, ma niente a confronto con quella che mi arrivava in Francia. Confesso che questa è una delle privazioni che meno sopporto su quest'isola.
E' in oriente che ho appreso questa pratica. Le malattie possono essere sfuggite con un'igiene perfetta. Faccio lunghi bagni caldissimi, risciacquo la bocca con del cognac e poi massaggio la mia pelle con l'acqua della colonia. Il profumo è sempre con me, ne ho anche una boccetta nello stivale.
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Mentre i miei pensieri ragionavano sui profumi con rapide incursioni e visioni dei momenti passati in Egitto ecco che una folata di vento gelido mi risvegliò dal mio torpore e mi portò alla mente un episodio lontano, ben saldo nella mia memoria.
L'incontro a Palais Royal
Era il 22 novembre del 1787, come sto facendo adesso vagavo per le strade di Parigi, senza meta al solo scopo di far ordine nei miei pensieri.
Faceva freddo, anzi si gelava.
Uscivo dagli Italiens, il freddo era così tagliente che affrettai il passo lungo i viali di Palais Royal
La mia anima, agitata dai sentimenti vigorosi che la caratterizzano, mi faceva sostenere il freddo con indifferenza; ma poi, la mia immaginazione si è raffreddò.
Sentii i rigori della stagione e attraversai le gallerie.
Ero sulla soglia di quei cancelli di ferro quando i miei occhi si posarono su una persona di sesso femminile. L'ora, la statura, la sua grande giovinezza non mi fecero dubitare che lei fosse una mondana.
La guardai.
La sua timidezza mi incoraggiò e gli parlai... io le parlai, io che, più di chiunque altro resto colpito dall'odiosità del suo stato, e che credevo di restare da un solo sguardo...
Ma la sua carnagione pallida, il fisico debole, il corpo morbido mi spinsero a continuare.
"Avrai molto freddo", le dissi, " perché non vi riparate nei corridoi?
- Oh! signore, la speranza mi anima. Devo finire la mia serata.
L'indifferenza con cui pronunciò queste parole, la flemmaticità di questa risposta mi conquistarono e mi invogliarono a continuare
"Sembra che tu abbia una costituzione molto debole." Io sono sorpreso che tu non sia stanca della professione.
- Signore, bisogna fare qualcosa.
"Può darsi, ma non c'è una professione migliore per la tua salute?
"No, signore, devo pur vivere"
Restai incantato, vidi che almeno mi aveva risposto, successo che non aveva coronato tutti gli altri tentativi che avevo fatto in precedenza.
"Devi provenire da un paese del nord,perché sfidi il freddo"
Vengo da Nantes in Bretagna. "Conosco quel paese... , Mademoiselle.
Parlami della perdita del tuo p — Me l'ha preso un ufficiale.
"Sei arrabbiata per questo?"- Oh ! si, rispose. (La sua voce assunse un sapore, una inflessione che non avevo notato prima.)
"Come sei arrivata a Parigi?" — L'ufficiale che mi ha umiliato, che detesto, mi ha abbandonato.
Bisognava che sfuggissi all'indignazione di una madre.
Ne venne un secondo che mi condusse a Parigi, mi abbandonò, e un terzo, con cui ho vissuto tre anni.
Sebbene francese, i suoi affari lo chiamarono a Londra e lui è lì.
"Andiamo a casa."
"Ma cosa dobbiamo fare lì?" - Dai, ci riscaldiamo e ti accontenterai'.
Ci riscaldammo il corpo e forse anche l'anima.
Il freddo di Sant'Elena
Il freddo di Sant'Elena è più tagliente di quello di Parigi e niente qui potrà scaldarmi il corpo e il cuore.
Mi tengono in vita i ricordi, ma anche quelli suscitano più dolori che gioie.
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