giovedì, novembre 18, 2021

A Napoleone non piacevano i gatti

I gatti e Napoleone, un rapporto difficile 


Napoleon



Le cose che Napoleone odiava e quelle che amava

Tra le leggende che circondano la figura di Napoleone c'è quella che egli non amasse i gatti. Nel seguito del post vi darò qualche particolare in più, ma la presunta fobia per i gatti mi fornisce lo spunto per elencare tutte le cose che a Napoleone non piacevano, che detestava e odiava, ma anche qualcuna che amava.

La personalità di Napoleone era complessa. Le sue abitudini gli provenivano dalla rigida educazione militare con cui era vissuto fin da quando ad appena 9 anni  fu mandato a studiare al collegio militare di Brienne.

Altre sue convinzioni derivavano dalle sue esperienze.

L'acqua di colonia

 
Ad esempio l'uso smodato di acqua di colonia era una abitudine che, come lui stesso affermava, gli veniva dalla sua campagna in Egitto quando il suo esercito dovette affrontare una terribile epidemia di peste. Bonaparte era convinto che frizionare la pelle con acqua di colonia e fare frequenti bagni tenesse lontane le malattie.

Provo di seguito a fare un elenco di cose o persone che Napoleone apprezzava od odiava e comincio dagli alcolici.

Il vino

Chambertin Napoleone



Napoleone non era un gan bevitore di vino e di alcolici in generale. Il suo vino preferito era lo Chambertin, un vino della Borgogna che non sempre però era un componente dei suoi pasti e che qualche volta allungava con acqua, come affermato da Mademoiselle Avrillion (1774 – 1853) la prima cameriera di Giuseppina.
Una curiosità: Napoleone usava il brandy come colluttorio.

I libri

Napoleone era un gran divoratore di libri. Fin dall'adolescenza Bonaparte fu un lettore avido, passione che confermò a Valenza quando uno dei suoi passatempi era rinchiudersi in una libreria. In seguito ogni sua redidenza aveva una libreria molto fornita. 
Bonaparte leggeva in ogni condizione; addirittura una mini biblioteca da viaggio era presente nelle sue carrozze
L'avida passione per la lettura non abbandonò mai Napoleone che non perse tale abitudine nemmeno durante l'esilio di Sant'Elena, anzi il suo rammarico era che la biblioteca di Longwood fosse troppo scarna a caus delle limitazioni imposte dal Governatore Hudson Lowe.

Wellington

Tra Napoleone e Wellington non correva buon sangue. A Waterloo Bonaparte disse:
"Wellington non è un buon generale e gli Inglesi sono cattivi soldati. Sbrigeremo la questione prima di pranzo".

La previsione come sappiamo fu errata e gli Inglesi si batterono con coraggio.
Wellington in seguito non fu magnanimo con Napoleone e non fece nulla per alleviare le pene dell'esilio, anzi etichettò come inutili lamentele le richieste di Napoleone. 

Fortuné, il carlino di Giuseppina

Fortunè questo il nome del cagnolino di Giuseppina che teneva sempre con sè portandolo anche a letto.

Nelle lettere di Napoleone si legge che in uno degli incontri amorosi dovette farsi spazio nell'alcova occupata da carlino che lo morse sul polpaccio; " ne ho ancora evidenti i segni, raccontò" .

L'inimicizia tra i cagnolini di Giuseppina e Napoleone era tale che si dice che Bonaparte incitasse il cuoco ad allevare un grosso bull dog nella speranza che il grosso cane divorasse il piccolo.
Fonte: Lettere d'amore a Giuseppina


L'amore per l'onestà e la fedeltà e...i traditori

Napoleone era un uomo con dei valori molto profondi e apprezzava gli uomini onesti e fedeli e detestava i traditori.
Per fare degli esempi concreti, egli nominò Maresciallo di Francia, Lefebvre che non si distingueva particolarmente tra i suoi generali e non aveva origini nobili, ma che era un uomo onesto e fedele.

Allo stesso modo non perdonò il suo valletto Rustam, il mamelucco che non volle seguirlo all'isola d'Elba nè tanto meno perdonò Murat rifiutando i suoi servigi a Waterloo che pure gli sarebbero stati molto utili a causa del suo tradimento del 1814.

Related: Rustam, il mamelucco dell'imperatore


I gatti


Qui entriamo nell'aneddotica. Una delle leggende che circonda Napoleone è, insieme a quella della sua bassa statura, il fatto che odiasse i gatti.

Si narra che durante la seconda occupazione di Vienna svegliasse la servitù in piena notte che accorrendo nella stanza di Napoleone lo trovarono mezzo svestito e con la spada sguainata. IL motivo dell'agitazione sarebbe stato un gatto penetrato nella stanza.

Come ha chiarito Katharine MacDonogh nel libro "Storia dei cani e gatti a corte dai tempi del rinascimento" non c'è nessun documento o fonte certa che attesti la ailurofobia di Napoleone

I pizzicotti

Un'altra mania di Napoleone era quella di dare pizzicotti sulle guance e tormentare le orecchie a servitori e finanche a soldati e dame di corte. Una mania veramente originale.


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