Riassunto della vita di Napoleone Bonaparte Imperatore dei Francesi
Napoleone Bonaparte è stato uno dei più grandi condottieri che la storia ricordi. La sua strategia e l'organizzazione dei suoi eserciti hanno influenzato per lunghissimo tempo il modo di fare le guerra in Europa.
Napoleone non fu solo un abile soldato, ma anche un Capo di Stato illuminato. Il codice civile, esteso a tutte le nazioni che erano sotto il controllo francese uniformò il diritto in tutta Europa portando i popoli europei a una maggiore consapevolezza dei propri diritti.
La perfetta organizzazione della macchina statale, l'impulso alle industrie e ai commerci, la riforma del sistema scolastico e universitario, le grandi opere pubbliche furono ulteriori prove della sagacia dell'uomo politico Napoleone.
Il condottiero
Dal punto di vista militare Napoleone non si può considerare un innovatore. La sua abilità fu quella di adattare le tattiche già conosciute ai suoi eserciti
Il punto di forza delle armate di Napoleone era la capacità di spostamento. Le sue truppe erano in grado di percorrere decini di chilometri al giorno per trovarsi sempre in superiorità numerica al momento della battaglia.
L'organizzazione, per un uomo preciso e maniacale come Napoleone era un altro dei punti di forza dell'esercito francese. Ogni corpo d'armata o divisione era in grado di combattere autonomamente. I suoi generali erano capaci e devoti ai suoi comandi. Famosa la frase che dice che ogni soldato di Napoleone aveva nel suo zaino il bastone di Maresciallo che rende l'idea della capacità dei soldati francesi.
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A capo di questa macchina organizzativa perfetta c'era il suo capo di stato maggiore Alexandre Berthier un mago della logistica e la cui assenza a Waterloo fu una delle cause della sconfitta di Napoleone.
Un formidabile carisma
A tutto ciò si deve aggiungere il personale carisma di Napoleone, la cui presenza riempiva di entusiamo i suoi soldati e gettava nel panico gli avversari.
Con queste premesse gli eserciti di Bonaparte padroneggiarono per anni in tutta Europa. Ciò fino a quando Napoleone non decise di invadere la Russia. La disfatta conseguente alla disastrosa ritirata dalle terre russe indebolì in maniera decisiva i suoi eserciti e diede vigore ai suoi avversari.
Dopo la sconfitta di Lipsia del 1813 Napoleone fu costretto a ritirarsi dietro la linea del Reno e in seguito all'avanzata dei nemici nel cuore della Francia ad abdicare nel 1814.
Egli fu costretto all'esilio sull'isola d'Elba. Dopo 10 mesi di permanenza Napoleone fuggì e tornò in Francia accolto come un eroe dai suoi soldati
Cominciò così il periodo detto dei Cento Giorni. che si concluse con la sconfitta di Waterloo e il conseguente esilio a Sant'Elena, piccola isola dell'Atlantico ove morì il 5 maggio 1821.
La vita
Napoleone nacque in Corsica, ad Ajaccio il 15 agosto del 1769 da una casata i Bonaparte che nel 1500 erano emigrati dalla Toscana.
Il padre Carlo era un avvocato. La madre Letizia Ramolino, donna bellissima rimase vedova giovanissima e allevò con coraggio e severità gli 8 figli che gli erano rimasti.
L'infanzia
Molto legato alla sua Corsica, si allontanò da essa nel 1793 quando gli uomini di Paoli dichiararono l'indipendenza dalla Francia.
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Addio alla Corsica
Il giovane sott'ufficiale si ritrovò con la famiglia in Francia a Marsiglia senza mezzi di sostentamento. A Napoleone, però si aprivano le porte di una carriera militare più celere perché dopo la rivoluzione i quadri ufficiali erano rimasti sguarniti perchè molti di essi erano nobili.
L'inizio della sua carriera militare
L'opportunità che Napoleone seppe cogliere al volo fu quella dell'assedio di Tolone. La città che si era ribellata a Parigi aveva in rada navi inglesi. Fu Bonaparte con le se intuizioni su come piazzare l'artiglieria a far capitolare Tolone il 19 dicembre del 1793.
Tale impresa gli valse il ttitolo di generale di brigata.
Napoleone fu sempre molto abile ad approfittare delle occasioni che gli capitavano per cui quando nel 1795 fu chiamato dal Direttorio a sedare una rivolta realista non esitò a spare alla folla e riportare l'ordine. Per tale impresa fu nominato a capo dell'esercito d'Italia.
Giuseppina
Poco prima di partire per l'impresa che fu l'inizio della sua gloriosa epopea, Napoleone sposò Josephine Beauharnais. Giuseppina vedova con due figli, era ben introdotta nei salotti parigini oltre a essere stata l'amante di Barras uno dei membri del Direttorio.
Napoleone fu letteralmente preso da un'insana passione per l'esperta Giuseppina e ne sono testimonianza le decine di lettere che le scrisse durante la campagna d'Italia.
Giuseppina da parte sua non era così coinvolta, anzi passava il suo tempo con l'amante Hippolyte Charles.
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La storia di Giuseppina è intrecciata in maniera indissolubile con quella di Napoleone. Incoronata imperatrice nel 1804 fu la regina della nuova corte francese.
Napoleone divorziò a malincuore da Giuseppina che non fu in grado di dargli un erede. per sopsare la figlia dell'Imperatore d'Austria Maria Luisa che gli diede l'erede tanto atteso.
L'affetto di Napoleone per l'ex moglie non cessò mai.
Napoleone in Italia, 1796-97
Le potenze europee in un primo tempo non interferirono negli affari interni francesi dopo lo scoppio della Rivoluzione francese. Le cose cambiarono nel 1791 quando Austria e Prussia nella dichiarazione di Pillnitz si dichiararono disponibili a restaurare Luigi XVI sul trono.
La Francia si ritrovò a partire dal 1792 in guerra con le maggiori potenze europee.
Napoleone fu nominato comandante dell'esercito d'Italia per cui lasciò Parigi per prendere il comando.
In Italia la situazione non era brillante. L'esercito francese era in inferiorità numerica rispetto agli avversari Piemontesi e Austriaci oltre a essere male in arnese dal punto di vista degli approvvigionamenti.
Il piccolo caporale
Il giovane generale Napoleone fu inizialmente malvisto, ma subito dopo seppe guadagnarsi la stima degli altri generali e l'amore incondizionato dei suoi soldati.
Il soprannome di "Piccolo Caporale" che la truppa assegnò a Bonaparte era il segno tangibile che essi lo ritenevano vicino a loro in pieno spirito repubblicano.
In Italia una serie di vittorie storiche a Lodi, Castiglione, Arcole e Rivoli portarono la Francia ad avere il completo dominio dell'Italia del Nord con l'Austria costretta con il trattato di Campoformio a una resa totale.
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La campagna d'Egitto
Napoleone cominciava a essere un personaggio ingombrante e scomodo per il Direttorio, per cui quando Bonaparte prospettò l'invasione del'Egitto per tagliare le vie di comunicazioni commerciali all'Inghilterra non si oppose, ma favorì la spedizione.
In Egitto grandi vittorie, ma anche grandi difficoltà dopo la distruzione della flotta francese ad Abukir.
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Il 18 Brumaio 1799
La situazione instabile in Francia favorì il ritorno di Napoleone in patria che il 18 brumaio 1799 ( 9 novembre) fu protagonista con l'aiuto del fratello Luciano di un colpo di stato che esautorò il Direttorio. Divenne Primo console e di fatto padrone della Francia. Nel 1804 si proclamò Imperatore.
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L'apogeo
Napoleone fu un abile governante, modernizzando la Francia con il Codice Civile, dotando il paese di un sistema d trasporti efficiente con la costruzione di ponti, strade e canali. Riformò, inoltre la scuola e l'Università e istituì la Banca di Francia.
L'impegno interno fu precocemente distolto dalle faccende militari. Già dal 1800 Napoleone intervenne di nuovo in Italia dopo che gli Austriaci avevano riconquistato gran parte dei territori persi nella prima campagna d'Italia. Nuove vittorie e nuovi trattati che stabilirono un dominio più esteso francese.
Tra il 1805 e il 1807 annotiamo le campagne più belle di Napoleone.
Marengo |
Le vittorie sugli Austriaci a Ulm, una forza austro-russa ad Austerlitz e i Russi a Friedland portarono ai trattati di Tilsit con la Russia e la Prussia (rispettivamente).
Dopo Tilsit in Europa restavano due sole potenze Francia e Russia e un unico grande nemico l'Inghilterra.
Per combattere gli Inglesi Napoleone pensò di minare i loro traffici commerciali con il Blocco continentale.
Il blocco continentale
Napoleone era ossesionato dallo sconfiggere quella che chiamava la " nazione dei negozianti" , l'Inghilterra.
Bonaparte pensò di escludere il commercio inglese da tutte le nazioni che in maniera diretta o indiretta erano controllate dai Francesi.
L'invasione della Spagna e del Portogallo
Il forte desiderio di un blocco più completo possibile spinse Napoleone a invadere il Portogallo e la Spagna.
Allargare il fronte dei combattimenti si rivelò un grave errore anche perchè la resistenza popolare spagnola mise in difficoltà l'esercito francese. In Portogallo, poi sbarcarono gli Inglesi con al comando Arthur Wellesley, il duca di Wellington e la situazione bellica si complicò ulteriormente
L'enorme massa di soldati che Napoleone dovette dirottare in Spagna e Portogallo lo indebolì in centro Europa. In Prussia il sentimento antinapoleonico continuava a crescere e la Russia non era poi così contenta del blocco continentale.
Un nuovo trattato a Erfurt con i Russi servì solo a traslare gli eventi.
La campagna di Russia
La Russia inizialmente si unì al suo alleato Francia nel blocco del sistema continentale, ma l'effetto fu dannoso per il commercio della Russia e i porti furono riaperti alle navi neutrali il 31 dicembre 1810. Anche se lo zar Alessandro avrebbe voluto tener fede agli impegni presi con Napoleone a corte il sentimento antifrancese si faceva sempre più forte.
L'alleanza era di fatto crollata.
Il 24 giugno 1812, Napoleone guidò un esercito di 600.000 uomini il più grande nella storia d'Europa fino a quel momento in un'invasione della Russia. Napoleone avrebbe voluto subito una battaglia campale per concludere una pace più favorevole per i Francesi. I Russi, però decisero di ritirarsi facendo terra bruciata durante il loro passaggio.
Borodino
Napoleone finalmente ingaggiò i russi a Borodino a settembre, una battaglia inconcludente con alte perdite da entrambe le parti. Il 15 settembre l'esercito francese entrò nella capitale russa Mosca, ma un'altra brutta sorpresa lo attendeva. La capitale per ordine del governatore Rostopvich fu data alle fiamme.
La ritirata di Russia
Napoleone era fiducioso che l'occupazione della capitale avrebbe portato lo zar a concludere le ostilità e questa attesa gli fu fatale.
Napoleone ritardò la partenza fino a ottobre inoltrato e sulla via del ritorno dovette fare i conti col gelo, la fame, la diserzione, gli attacchi molesti dei cosacchi e una sanguinosa battaglia sul fiume Berezina il 27 novembre che ridussero le Grand Armee da 600.000 a meno di 100.000.
L'imperatore tornò a Parigi, per riordinare le fila del suo esercito, dovendo sventare anche un tentativo di colpo di Stato a opera del generale Malet, ma ormai la disfatta era completa. Napoleone non aveva quasi più un esercito, scarseggiavano i cavalli e tutti i suoi nemici erano pronti a cercare la loro vendetta.
La sesta coalizione e la sconfitta di Lipsia
Nella primavera del 1813, Gran Bretagna, Prussia, Portogallo, Spagna, Russia e Svezia insieme a stati minori tedeschi formarono la sesta coalizione di nazioni alleate contro la Francia.
Napoleone era in difficoltà, sperava di prendere tempo e contava almeno sulla neutralità del suocero Imperatore d'Austria.
Per questa ragione dopo le vittorie parziali di Lutzen e Bautzen accettò una tregua.
La stella dell'Imperatore tramontò definitivamente quando anche l'Austria ruppe gli indugi e si schierò con le nazioni della sesta coalizione.
La resa dei conti avvenne a Lipsia in ottobre, dove si combattè la più grande delle battaglie dell'era napoleonica. La superiorità nemica era schiacciante e Napoleone dovette soccombere.
L'abdicazione e l'esilio all'Elba
L'invasione della Francia era imminente. Furono i suoi Marescialli consci della situazione, stanchi delle guerre e preoccupati di mantenere i propri privilegi a chiedere l'abdicazione di Napoleone l'11 aprile del 1814.
Napoleone fu esiliato all'Elba.
I cento giorni di Napoleone
Nel marzo del 1815 Bonaparte fuggì e tornò in Francia, dove era ancora ampiamente considerato un eroe, e assunse il ruolo di imperatore, soppiantando il re Luigi XVIII.
Cominciò il periodo detto dei Cento giorni.
Napoleone cercò disperatamente di convincere gli avversari a non intraprendere una nuova guerra. Ancora una volta contò sull'aiuto del suocero imperatore d'Austria e sull'amicizia con lo zar.
Tutto fu vano.
Napoleone allora decise di precorrere i tempi e di dare battaglia per prima nel nord della Francia dove erano piazzate le truppe inglesi e prussiane. Egli sperava che una completa vittoria avrebbe portato Austriaci e Russi ad accettare un nuovo ordine europeo.
Waterloo
Il piano fallì. dopo le effimere vittorie di Ligny e Quatre Bras Napoleone diede battaglia contro gli Inglesi a Waterloo il 18 giugno del 1815.
Malgrado molti errori la battaglia sembrò volgere a favore dei Francesi, anche se gli Inglesi opposero una fiera resistenza alle cariche di cavalleria di Ney.
L'arrivo di Blucher e dell'esercito Prussiano a fine giornata e il mancato arrivo delle truppe di Grouchy trasformarono la possibile vittoria in una sconfitta.
Sant'Elena
Napoleone abdicò una seconda volta e fu portato in esilio su una nave britannica nell'isola di Sant'Elena nell'Atlantico meridionale.
Cominciò un duro periodo per Napoleone, di fatto prigioniero degli Inglesi in un'isola dal clima malsano. Le condizioni di questa prigionia furono rese più dure dalla bruta intransigenza del governatore dell'isola Hudson Lowe uno squallido burocrate.
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Dopo 6 anni di esilio il 5 maggio 1821 Napoleone spirò, ma dovette attendere il 1840 per tornare in Francia. Solo 19 anni dopo gli Inglesi accettarono di far traslare i resti di Napoleone a Parigi dove venne sepolto a Les Invalides.
Fonti:
- la strategia napoleonica
- il blocco continentale
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