Se io fossi costretto a professare una religione, allora adorerei il sole, perché è la fonte di ogni vita, il vero dio della terra.
Questa affermazione spiega bene il sentimento religioso di Napoleone.
Napoleone proveniva da una famiglia cattolica. Egli era un timido credente più per tradizione familiare che per reale convinzione. I riti ecclesiastici, il suono delle campane richiamavano alla sua mente la sua infanzia, le messe domenicali con Mamma Letizia.
Ironia del destino Letizia Ramolino ebbe le doglie proprio quando era in chiesa a seguire la messa dell'Assunta il 15 agosto del 1769.
Bonaparte a suo modo era un credente.
Le meraviglie e la perfezione dell'universo lo spingevano a credere in Dio, in un grande architetto del mondo.
Napoleone era, però anche un uomo del suo tempo. La Rivoluzione francese aveva sancito la laicità dello Stato, la sua indipendenza dalla Chiesa di Roma e proprio Bonaparte lo aveva regolamentato con il concordato.
Napoleone era, però anche un uomo del suo tempo. La Rivoluzione francese aveva sancito la laicità dello Stato, la sua indipendenza dalla Chiesa di Roma e proprio Bonaparte lo aveva regolamentato con il concordato.
C'è da dire, inoltre che il sentimento verso la Chiesa era tiepido visti gli enormi privilegi di cui godevano gli ecclesiastici e la loro vita spesso dissoluta.
Approfondimento: Napoleone e la religione
Malgrado ciò Napoleone conservò sempre nel cuore un legame speciale con il cattolicesimo.
Nelle sue particolareggiate istruzioni che dettò quando stava per morire volle ricevere l'estrema unzione, confessarsi e comunicarsi.
Nella mente Napoleone era un ateo, nel cuore forse no!
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