Napoleone è morto o è ancora vivo?
Un uomo quando si può definire morto?
Un uomo muore quando il suo cuore si ferma, quando non c'è più attività cerebrale e quando il suo corpo inizia a decomporsi.
Con questo tipo di definizione non vi è dubbio allora che Napoleone Bonaparte sia effettivamente morto il 5 maggio del 1821 alle 17:49 a Longwood sull'isola di Sant' Elena ed è oggi sepolto a Parigi a Les Invalides.
Un uomo potrebbe, però restare vivo anche se biologicamente morto?
Questa domanda è più complicata e la risposta è meno immediata.
Quali sarebbero le condizioni affinchè un uomo sia definitivamente morto e quali, invece quelle per cui lo potremmo definire ancora in vita?
Addentriamoci in questo ragionamento per cui potremmo affermare che un uomo è morto di sicuro se il suo passaggio terreno non abbia determinato nessun effetto.
Teoria in parte giusta, ma non in assoluto.
Un qualsiasi uomo in vita ha comunque lasciato delle tracce del suo passaggio terreno almeno sulle persone con cui è venuto a contatto, familiari, amici, conoscenti.Una vita priva di effetti su cose e persone è impossibile.
Secondo questa teoria nessuno sarebbe realmente morto, perché il determinare effetti determina comunque che la sua opera continui anche post mortem.
Qual è allora la differenza?
La differenza è quantitativa. Alcuni uomini hanno prodotto effetti enormi e duraturi nel tempo.
Spesso non è nemmeno importante il tempo passato sulla terra, ma l'impatto che hanno lasciato alle generazioni future.
Non si può negare che Gesù, Newton, Shakespeare, Einstein, Alessandro Magno, Cesare abbiano lasciato un'eredità inestimabile e inestinguibile all'umanità.
Questi uomini speciali sono biologicamente morti, ma vivi a tutti gli effetti.
Tra questi uomini immortali c'è sicuramente anche Napoleone.
Gli ultimi anni di Napoleone, dopo la gloria conquistata sui campi di battaglia di tutta Europa, trascorsero a Sant'Elena, l'angusta e sperduta isola dell'Atlantico in cui gli Inglesi vollero relegarlo per sete di vendetta e per paura di un suo possibile ritorno.
I governanti inglesi era ossessionati da Napoleone che ritenevano capace di tutto. Nella scelta di Sant'Elena c'era anche un briciolo di grottesca ammirazione per l'invincibile nemico.
Questo senso di turbamento e di pericolo imminente che i britannici subivano dalla personalità di Napoleone li spinsero a prendere delle precauzioni che oggi sembrano quasi ridicole.
Oltre a esiliare l'Imperatore dei francesi in un'isola la cui costa più vicina era duemila chilometi di distanza, gli Inglesi presidiavano l'unico approdo di Sant'Elena con le loro navi. Non solo, una guarnigione di quasi duemila uomini aveva l'unico compito di sorvegliare un unico uomo.
A tale situazione esasperata si aggiunse la decisione di nominare come governatore dell'isola Hudson Lowe, un piccolo burocrate, ossessionato da Napoleone e dal passato anonimo che applicò le direttive del governo inglese con una applicazione che non esiterei definire paranoica.
Lowe voleva essere informato di ogni minimo spostamento di Napoleone che faceva sorvegliare a vista, censurava la sua corrispondenza, spiava la piccola corte di persone che accompagnarono Bonaparte in esilio. L'ottusità di Lowe arrivò persino a dubitare delle condizioni di salute di Napoleone che stava per spirare.
Napoleone sarebbe stato un immortale della storia anche senza il triste esilio, anche se la sua parabola si fosse conclusa con un proiettile a Waterloo.
Il suo genio, però era di tale portata che gli anni di segregazione a Sant'Elena divennero l'occasione per sublimare il suo personaggio e le sue opere.
Come fece?
Napoleone dettò le sue memorie lasciando un resoconto puntuale, preciso e concreto della sua vita. Per questa ultima opera si avvalse dei suoi compagni di sventura in esilio e in particolare de conte Las Cases che lo aveva seguito con il preciso intento di raccoglierne le memorie.
Ne venne fuori il "Memoriale di Sant'Elena" in cui Napoleone, per l'ultima volta sconfisse gli Inglesi che si preoccupavano della sua ipotetica e impossibile fuga.
La desrizione delle becere condizioni di esilio, il racconto, di parte, delle sue imprese, delle sue guerre, del suo governo e il giudizio sugli uomini che aveva incontrato trasformarono l'uomo in leggenda e in un martire.
Napoleone è ancora vivo a 200 anni dalla morte.
E' vivo perchè ancora oggi si parla di lui, perchè i libri di storia narrano a tutte le generazioni le sue gesta, di come divenne generale a 24 anni, delle sue vittorie inattese e fulminee in Italia.
E così gli studenti e gli appassionati di tutto il mondo apprendono dellla sua visionaria campagna d'Egitto, dellla presa del potere e si immedesimano nelle grandi battaglie da Marengo ad Austerlitz a Jena a Eylau a Wagram.
Milioni di uomini leggono le appassionate lettere a Giuseppina, si commuovono al racconto dell'amore con la Walewska e apprezzano l'amore filiale per Madame Mère.
Tanti altri lo odiano. C'è chi considera Napoleone un tiranno, chi un dittatore, chi ancora un orco che sacrificò alla propria ambizione milioni di giovani europei.
Molti Italiani ricordano il saccheggio delle opere d'arte e il sacrificio della Repubblica di Venezia.
Non si contano i siti web dedicati a Napoleone, i video su Youtube. Decine i film e gli sceneggiati televisivi e per i più giovani addirittura videogiochi a lui dedicati.
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Il tempo non sembra affievolire la passione per quest'uomo, anzi la mia impressione è che cresca gni giorno di più
Napoleone è diventato un modello da studiare. Psicologi e sociologi si affannano a cercare il segreto della sua leadership, del suo carisma, della sua personalità magnetica.
Gli psichiatri hanno addirittura individuato una sindrome Napoleone teoria per la quale gli uomini piccoli di statura sarebbero più aggressivi.
E per finire con le curiosità esistono locali a lui intitolati, profumi e liquori col suo nome.
Il senso dell'immortalità
Come potremmo dire, allora che Napoleone sia morto. Tutto testimonia il contrario, tutto ci dice che è vivo. E' proprio questo il senso dell'immortalità.
Conclusioni
In conclusione, Napoleone può essere considerato molto più di un semplice personaggio storico. È diventato un'icona, un simbolo di ambizione, genialità e potere.
La sua immortalità risiede non solo nelle pagine dei libri di storia, ma anche nelle menti e nei cuori di coloro che continuano a essere affascinati dalla sua vita straordinaria e dal suo impatto duraturo sulla società umana. E così, mentre il tempo scorre inesorabile, Napoleone rimane un faro luminoso nel panorama della storia mondiale, una figura eterna che continua a ispirare e incantare le generazioni presenti e future.
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