Sant'Elena aprile del 1816
Perchè le pillole non hanno efficacia?
Eppure la mia vita è stata movimentata. Da giovane mi mancavano anche i mezzi di sostentamento, tanto che mangiavo una sola volta al giorno e mi sentivo benissimo.
Son stato molti anni in giro sui campi di battaglia; ho mangiato quello che capitava, ho sofferto il freddo e il caldo asfissiante. Ho dormito in castelli, ma anche in tende di fortuna. Ho affrontato la pioggia, ho fatto lunghe marce, ho cavalcato per chilometri.
La mia non è stata una vita fatta solo di agi, ma mi sono ammalato di rado.
Le mie medicine sono sempre state l'acqua, l'aria e la pulizia. Molti hanno riso dei miei rimedi, ma l'esperienza ha dimostrato che la mia flanella e la mia spazzola erano più efficaci delle pillole dei dottori. Queste accortenze mi hanno salvato la vita in Egitto.
Non mi fido dei medici
I medici sono bravi a solleticare l'immaginazione, a tranquillizzare i pazienti che si sentono meglio alla vista di un dottore. Gli ammalati li considerano degli dei della salute, ma invece sono solo gli dei dei medicamenti, dei quali nemmeno loro stessi sono convinti.
Le pillole di mollica di pane di Corvisart
Ricordo, e non posso fare a meno anche ora di sorriderne come Corvisart desse a Maria Luisa, quando l'Imperatrice si sentiva costipata, delle pillole fate di mollica di pane.
Ebbene Maria Luisa non faceva altro che vantare gli effetti benefici e quasi miracolosi di quelle pillole. Ecco cosa penso dei medicamenti!
La mia salute a Sant'Elena
Qui a Sant'Elena, per la prima volta, mi accorgo del mio corpo. Sono soprattutto le gambe a farmi male. Forse è la mia inattività, le mie poche occupazioni che mi fanno sentire i messaggi del mio corpo.
E' probabile che anche prima accussassi qualche dolore , ma nemmeno me ne accorgevo.
Non essendo mai stato ammalato e non avendo mai preso medicine non riesco nemmeno a valutare i sintomi, non riesco a concepire come mi sento.
Anche se comincio ad avvertire le sensazioni del mio fisico, sono contento dello stato della mia mente. Ho sempre avuto una mente prodigiosa e una memoria di elefante. Da giovane conoscevo logaritmi da trenta a quaranta cifre. Ricordavo, poi i nomi di tutti gli ufficiali e i loro reggimenti.
Ritenevo nella mia mente e questo vale ancora oggi, tutto ciò che leggevo. Ho sempre avuto un enorme capacità di concentrazione. Quando leggo è come se penetrassi all'interno del libro. Le parole diventano parte di me stesso. A distanza di anni posso chiaramente vedere le pagine lette. E questo vale anche per i luoghi, le circostanze e le persone.
Questa mia predisposizione mi ha aiutato molto nella mia carriera così come un'altra mia grande abilità è stata la conoscenza della matematica. Calcoli, precisione, razionalità: la matematica è la sorgente della perfezione, delle regole, delle certezze.
Senza matematica non vi è artiglieria.
Varrebbe la pena suicidarsi?
A volte penso che nella mia condizione attuale, il suicidio potrebbe essere un rimedio. La mia vita è insulsa, la mia dignità calpestata, la mia sventura totale privato degli affetti più cari e della libertà.
Sofferenze e pene, però cambiano a ogni istante e allora non c'è alcun momento nella vita in cui un uomo abbia il diritto di uccidersi. Il momento potrebbe arrivare proprio nell'ora della morte, perché allora soltanto l'uomo saprebbe che la sua vita è consistita in un intreccio di mali e sofferenze.
Mentre questi pensieri affollavano la mia mente, il mio sguardo si è posato al di là dell'orizzonte e ho scorto il mare. Destino grottesco il mio, in esilio su un'isola, nato su un'isola e sconfitto dagli abitanti di un'isola.
Una nuova stanchezza
Credo che ora sia giunta di prendere un pò di riposo. Quanto sono decaduto! Io ero di un attivismo senza limite, la mia testa, le mie gambe e le mie braccia non conoscevano il significato della parola riposo. Ora molto spesso durante la giornata, sento le mie palpebre pesanti, le mie membra stanche e il mio unico luogo di delizie è il divano.
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