Il Maresciallo Brune un destino segnato da Avignone.
Una storia complessa quella del Maresciallo Brune, uomo di Napoleone
che però mai ebbe la fiducia completa dell'Imperatore e che scontò in pieno i
suoi delitti con una fine tragica.
Qualcuno parlerebbe di Karma!
La storia del Maresciallo Brune
A questo punto sarete curiosi di conoscere la storia di Brune.
Guillaume Marie Anne Brune
nasce nel 1763 nella regione della Nuova Aquitania. La sua è una famiglia
benestante, ma il giovane Brune è più che un ribelle.
Egli, infatti fin da subito sposa le idee rivoluzionarie, spinto anche dai
suoi studi di filosofia che lo portano a ipotizzare una nuova era per la
Francia senza monarchia.
D'altra parte alla fine del 1700 non era difficile imbattersi in tale idee e il fermento rivoluzionario albergava in moltissimi cuori.
D'altra parte alla fine del 1700 non era difficile imbattersi in tale idee e il fermento rivoluzionario albergava in moltissimi cuori.
Fonda il club dei Cordiglieri, organizzazione che intende rovesciare il
potere monarchico per instaurare la repubblica.
Gli eventi della rivoluzione lo vedono in primo piano e il suo ruolo diventa
centrale proprio nella repressione dei realisti.
Un compito che Brune realizza in maniera veramente spietata e brutale, ma che
sarà poi in seguito anche la causa della sua morte.
L'incontro con Napoleone
Le vite di Brune e di Napoleone si incontrano nel 1796 nel sud della Francia.
Brune è impegnato a perseguitare i realisti e a sedare le rivolte di coloro
che erano rimasti fedele al re. Napoleone, invece è agli inizi della sua
carriera.
La repressione ad Avignone
Ad
Avignone
la sua opera è veramente spietata. Decine di persone vengono catturate,
imprigionate e torturate. Insomma Brune diventa famoso per la mostruosità
delle sue azioni.
Brune è con Napoleone in Italia dove si combatte quella che viene
denominata la prima campagna. Egli si distingue per numerose azioni, anche se
di secondo piano e viene nominato generale di divisione.
In seguito Brune non farà parte sempre degli eserciti napoleonici, ma si
occuperà di ruoli diversi alcuni di secondo piano, anche se questo non gli
impedirà di ricevere da Bonaparte il bastone di Maresciallo.
Ambasciatore a Costantinopoli
Nomina che riceve per il suo buon lavoro come ambasciatore a Costantinopoli.
Napoleone restava diffidente nei confronti di Brune, forse per i suoi
eccessi durante la rivoluzione o forse perché non lo riteneva un vero e
proprio militare.
Brune non ebbe altri incarichi importanti, ma si dimostrò uomo fedele a
Napoleone.
Lo ritroviamo a seguire le sorti dell'Imperatore durante i
Cento Giorni
quando viene chiamato a difendere le posizioni in
Provenza.
La fine tragica
Torniamo, però all'inizio della nostra storia e alla feroce repressione che
Brune inflisse agli Avignonesi.
Siamo nell'agosto del 1815 Brune è in fuga. Egli non vorrebbe fermarsi ad
Avignone, ma i cavalli sono stanchi e hanno bisogno di riposo.
Il Maresciallo non usa nemmeno la prudenza di camuffarsi e indossa il suo
cappello di Maresciallo. Viene riconosciuto, ben presto una folla inferocita
si avvicina alla sua carrozza.
Al Maresciallo viene gridato di tutto, lo si accusa principalmente di essere uno degli esecutori dell'omicidio della principessa Lamballe e di aver personamente maneggiato la picca con infilzata la testa della Lamballe.
Al Maresciallo viene gridato di tutto, lo si accusa principalmente di essere uno degli esecutori dell'omicidio della principessa Lamballe e di aver personamente maneggiato la picca con infilzata la testa della Lamballe.
Una leggenda questa perché
Brune nemmeno
era a Parigi in quell'epoca.
Le autorità locali riescono a farlo passare, ma poco più avanti un altro
drappello di persone ostili lo costringono a tornare indietro.
Brune si rifugia sotto la protezione della Guardia Nazionale in un hotel. Egli
chiede invano di riavere le sue pistole. La folla intanto non recede dalle
proprie intenzioni.
Nella sua stanza si introducono due individui Guindon detto Rochefort e
tale Farge insieme ad altri 3, 4 individui e lo uccidono.
Per non avere problemi con la giustizia gli assassini dichiararono, con
l'aiuto delle autorità che si trattava di un suicidio.
Brune fu vittima forse dei suoi massacri del 1796 un sorta di karma lo
raggiunse in maniera spietata. I suoi assassini non pagarono mai il loro
omicidio.
L'assassinio di Brune fu uno degli episodi del cosiddetto
"Secondo terrore bianco". Dopo la caduta di Napoleone nel 1815, gli ultrarealisti intesero prendersi
laloro personale vendetta verso i seguaci di Napoleone. Molti Bonapartisti
furono perseguitati. Circa 70.000 funzionari dell'amministrazione bonapartista
furono licenziati. Ci furono molti linciaggi e assassini di fedeli a
Napoleone.
Questo clima venne favorito da quella che venen definita "La chambre introuvable" la camera che venne fuori dalle elezioni del 1816. Il timore di un nuovo ritorno di Napoleone, la stanchezza delle continue guerre e la ritrovata energia dei realisti dopo il ritorno di Luigi XVIII detrminarono una netta maggioranza di ultrarealisti. La camera fu detta Introuvable perché nemmeno se gli avesse scelti ad uno ad uno il re sarebbe stato in grado di trovare così accessi fautori della monarchia.
Luigi XVIII in seguito si rese conto di come il clima di caccia ai
bonapartisti non avrebbe portato alla pacificazione che auspicava e limitò
l'influenza degli ultrarealisti.
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Video
Napoleone e la sua famiglia
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