lunedì, dicembre 21, 2020

Gli attentati contro Napoleone

Le volte che Napoleone scampò alla morte


Gli attentati alla vita dell'Imperatore


Napoleone


Come spesso accade ai potenti della terra anche Napoleone dovette sfuggire a complotti e attentati alla sua vita.

A cominciare da Cesare ucciso da Bruto a cui i giacobini si ispivano spesso la fine di un regno fu determinata da un omicidio.

Abbattere il potere di Bonaparte era negli scopi dei suoi nemici e mai come nel caso di Napoleone era ben chiaro che la sua morte avrebbe portato alla dissoluzione del suo Impero che era tutto basato sulla sua persona e sulle sue abilità militari.

Napoleone era ben conscio di tale situazione e del pericolo che correva per cui adottò uno stile di vita prudente per quanto lo poteva essere nella sua condizione di soldato e di uomo pubblico.

  • 18 Brumaio 1799
  • La macchina infernale ( attentato di rue Saint-Nicaise")
  • Federico Staps


La sequenza degli attentati

Corsica


Già in Corsica Napoleone subì degli attentati nel 1792 e nel 1793 nel periodo in cui era tornato nella sua isola natale al fianco di Paoli prima e poi come suo nemico.

La spedizione in Egitto fu un altro dei momenti in cui Napoleone corse seri pericoli per la sua vita. L'assassinio di Kleber (*) che lo sostituì come comandante in capo dopo che Bonaparte tornò in Europa,  fu  la prova concreta dei rischi di attentati corsi in Egitto.

* Kleber fu ucciso a seguito di un attentato proprio nello stesso giorno in cui a Marengo morì Desaix (leggi)

18 Brumaio 1799


La storia degli attentati alla vita di Napoleone comincia proprio dalla sua ascesa politica, che coincide con il colpo di Stato del 18 brumaio 1799 (9 novembre).

Napoleone quando si presentò al cospetto del Consiglio dei Cinquecento fu letteralmente aggredito dai deputati che gli imputavano il tentativo del colpo di Sato e l'inizio di una dittatura militare.
In quella occasione il deputato Arena si scagliò con un pugnale verso Napoleone.


Proclamation Bonaparte
Proclamation 19 Brumaio


A questo punto la vicenda si fa confusa perché per alcuni storici questo episodio non avvenne mai, mentre per altri Napoleone subì anche una leggera ferita. Fatto sta che nelle concitate fasi dei giorni del colpo di Stato più di un deputato pensò di uccidere Bonaparte.

Proprio da quell'episodio gunse la determinazione di Napoleone di eleggere come sua guardia del corpo personale il mamelucco Rustam che aveva portato con sè dall'Egitto. Per 15 anni il fedele Rustam dormì nei pressi della camera da letto dell'Imperatore sorvegliando sulla sua incolumità ( Rustam in seguito si rifiutò di seguire Napoleone all'Elba e l'Imperatore non volle più sentire parlare di lui).

Gli anni del Consolato furono quelli in cui i Giacobini tentarono di riprendere il controllo della situazione. I cospiratori si sentivano dei nuovi Bruto in dovere di sopprimere il nuovo Cesare.
Dietro questi discorsi o complotti non c'era un vero e proprio piano strategico atto ad uccidere Napoleone, ma comunque si trattava di un pericolo reale.

Fouche
Fouché



Napoleone conosceva bene le trame dei suoi nemici e da perfetto organizzatore qual era prese le sue contromisure.

La congiura dei pugnali


In primo luogo istituì un corpo di polizia che era capace di conoscere qualsiasi cosa stesse avvenendo. A capo di questo apparato c'era  Fouché ex giacobino che con astuzia riuscì a sventare la congiura dei pugnali.
Fouchè, infatti, attraverso un certo Harel spinse i congiurati all'azione. L'attenato doveva avvenire nell'ottobre del 1800 durante una rappresentazione all'Opera. Gli attentatori furono catturati e ghigliottinati.


La macchina infernale
24 dicembre 1800 - Rue Saint Nicaise


L'attentato che più si ricorda e che ebbe la maggiori probabilità di successo fu quello della macchina infernale a rue Saint Nicaise il 24 dicembre del 1800.


Rue Saint Nicaise
Lo scoppio della macchina infernale


Napoleone si accingeva ad andare all'Opera per assistere a "La creazione" di Haydin . Per un puro caso l'ordignò preparato in una botte e posto su un carretto che avrebbe dovuto ostacolare il passaggio della carrozza di Napoleone scoppiò poco dopo il passaggio di Bonaparte.

La seconda carrozza con all'interno Giuseppina, Carolina Bonaparte (incinta di 9 mesi) e Ortensia Beauharnais ebbe qualche danno, ma i passeggeri restarono incolumi.

L'attentato fu opera dei realisti anche se in un primo momento furono accusati i Giacobini e per questo molti di loro furono catturati. Solo in seguito Fouché, grazie alle indagini svolte a partire dalla proprietà del cavallo che trainava il carretto su cui era posto l'esplosivo, dimostrò che l'attentato era opera dei realisti.

Nel 1804 Napoleone sfuggì alla congiura  realista messa in atto da Cadoudal, Pichegru e Moreau che mirava al suo rapimento durante un suo viaggio verso la residenza di Giuseppina alla Malmaison.

Moreau
Generale Moreau

L'attentato di Federico Staps


Un altro attenato che ebbe molte probabilità di riuscita fu quello di Federico Staps a Schonbrun  il 12 ottobre 1809. Il giovane studente armato di un coltello da cucina tentò di uccidere Napoleone fingendo di volergli consegnare una petizione. La rapidità di pensiero e di azione di Berthier e Rapp impedirono che Staps riuscisse nella sua impresa.
Questo episodio colpì molto Napoleone che si rese conto dell'odio delle popolazioni germaniche nei suoi confronti.

Staps
Interrogatorio Federico Staps



Ci furono altri tentativi minori di assassinare l'Imperatore, ma sulla loro veridicità ci sono molti dubbi.

Un attentato riuscito?


Sappiamo poi che anche l'ipotesi di un attentato riuscito sono infondate.

Parlo del possibile avvelenamento da arsenico a Sant'Elena da parte degli Inglesi o secondo un'ardita ipotesi da parte di Montholon stanco dell'esilio nell'angusta isola dell'Atlantico.

Conclusione


Napoleone visse in un periodo di grandi sconvolgimenti. La rivoluzione francese aveva posto sul ampo diverse fazioni in lotta fra di loro. Quando Napoleone prese il potere, gli sconfitti tentarono di abbatterlo e non potendo farlo con la forza militare pensarono bene di ipotizzare un omicidio.

Il destino volle diversamente. 

Napoleone non morì per mano di assassini e nemmeno sui campi delle tante battaglie combattute, ma si spense in solitudine nella piccola e insalubre isola di Sant'Elena prigioniero degli Inglesi e del suo passato.






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