Le volte che Napoleone scampò alla morte
Gli attentati alla vita dell'Imperatore
Come spesso accade ai potenti della terra anche Napoleone dovette
sfuggire a complotti e attentati alla sua vita.
A cominciare da Cesare ucciso da Bruto a cui i giacobini si ispivano spesso la
fine di un regno fu determinata da un omicidio.
Abbattere il potere di Bonaparte era negli scopi dei suoi nemici e mai
come nel caso di Napoleone era ben chiaro che la sua morte avrebbe
portato alla dissoluzione del suo Impero che era tutto basato sulla sua
persona e sulle sue abilità militari.
Napoleone era ben conscio di
tale situazione e del pericolo che correva per cui adottò uno stile di vita
prudente per quanto lo poteva essere nella sua condizione di soldato e di uomo
pubblico.
- 18 Brumaio 1799
- La macchina infernale ( attentato di rue Saint-Nicaise")
- Federico Staps
La sequenza degli attentati
Corsica
Già in Corsica Napoleone subì degli attentati nel 1792 e nel 1793 nel
periodo in cui era tornato nella sua isola natale al fianco di
Paoli
prima e poi come suo nemico.
La spedizione in Egitto fu un altro dei momenti in cui Napoleone corse seri
pericoli per la sua vita. L'assassinio di Kleber (*) che lo
sostituì come comandante in capo dopo che Bonaparte tornò in Europa,
fu la prova concreta dei rischi di attentati corsi in Egitto.
* Kleber fu ucciso a seguito di un attentato proprio nello stesso giorno in
cui a Marengo morì Desaix (leggi)
18 Brumaio 1799
La storia degli attentati alla vita di Napoleone comincia proprio dalla sua
ascesa politica, che coincide con il colpo di Stato del
18 brumaio 1799 (9 novembre).
Napoleone quando si presentò al cospetto del
Consiglio dei Cinquecento fu letteralmente aggredito dai deputati che
gli imputavano il tentativo del colpo di Sato e l'inizio di una dittatura
militare.
In quella occasione il deputato Arena si scagliò con un pugnale verso
Napoleone.
Proclamation 19 Brumaio |
A questo punto la vicenda si fa confusa perché per alcuni storici questo episodio non avvenne mai, mentre per altri Napoleone subì anche una leggera ferita. Fatto sta che nelle concitate fasi dei giorni del colpo di Stato più di un deputato pensò di uccidere Bonaparte.
Proprio da quell'episodio gunse la determinazione di Napoleone di
eleggere come sua guardia del corpo personale il mamelucco
Rustam
che aveva portato con sè dall'Egitto. Per 15 anni il fedele
Rustam
dormì nei pressi della camera da letto dell'Imperatore sorvegliando sulla sua
incolumità ( Rustam in seguito si rifiutò di seguire Napoleone all'Elba e
l'Imperatore non volle più sentire parlare di lui).
Gli anni del Consolato furono quelli in cui i Giacobini tentarono di
riprendere il controllo della situazione. I cospiratori si sentivano dei nuovi
Bruto in dovere di sopprimere il nuovo Cesare.
Dietro questi discorsi o complotti non c'era un vero e proprio piano
strategico atto ad uccidere Napoleone, ma comunque si trattava di un
pericolo reale.
Fouché |
Napoleone conosceva bene le trame dei suoi nemici e da perfetto
organizzatore qual era prese le sue contromisure.
La congiura dei pugnali
In primo luogo istituì un corpo di polizia che era capace di conoscere
qualsiasi cosa stesse avvenendo. A capo di questo apparato c'era Fouché
ex giacobino che con astuzia riuscì a sventare la congiura dei pugnali.
Fouchè, infatti, attraverso un certo Harel spinse i congiurati all'azione. L'attenato doveva avvenire nell'ottobre del 1800 durante una rappresentazione all'Opera. Gli attentatori furono catturati e ghigliottinati.
Fouchè, infatti, attraverso un certo Harel spinse i congiurati all'azione. L'attenato doveva avvenire nell'ottobre del 1800 durante una rappresentazione all'Opera. Gli attentatori furono catturati e ghigliottinati.
La macchina infernale
24 dicembre 1800 - Rue Saint Nicaise
L'attentato che più si ricorda e che ebbe la maggiori probabilità di successo
fu quello della macchina infernale a rue Saint Nicaise il 24 dicembre
del 1800.
Lo scoppio della macchina infernale |
Napoleone si accingeva ad andare all'Opera per assistere a "La creazione" di Haydin . Per un puro caso l'ordignò preparato in una botte e posto su un
carretto che avrebbe dovuto ostacolare il passaggio della carrozza di
Napoleone scoppiò poco dopo il passaggio di Bonaparte.
La seconda carrozza con all'interno Giuseppina,
Carolina Bonaparte (incinta di 9 mesi) e
Ortensia Beauharnais ebbe qualche danno, ma i passeggeri restarono
incolumi.
L'attentato fu opera dei realisti anche se in un primo momento furono accusati
i Giacobini e per questo molti di loro furono catturati. Solo in seguito
Fouché, grazie alle indagini svolte a partire dalla proprietà del cavallo che
trainava il carretto su cui era posto l'esplosivo, dimostrò che l'attentato
era opera dei realisti.
Nel 1804 Napoleone sfuggì alla congiura realista messa in atto
da Cadoudal,
Pichegru
e
Moreau
che mirava al suo rapimento durante un suo viaggio verso la residenza di
Giuseppina alla
Malmaison.
Generale Moreau |
L'attentato di Federico Staps
Un altro attenato che ebbe molte probabilità di riuscita fu quello di
Federico Staps
a Schonbrun il 12 ottobre 1809. Il giovane studente armato di un
coltello da cucina tentò di uccidere Napoleone fingendo di volergli consegnare
una petizione. La rapidità di pensiero e di azione di
Berthier e
Rapp impedirono che Staps riuscisse nella sua impresa.
Questo episodio colpì molto Napoleone che si rese conto dell'odio delle
popolazioni germaniche nei suoi confronti.
Interrogatorio Federico Staps |
Ci furono altri tentativi minori di assassinare l'Imperatore, ma sulla loro
veridicità ci sono molti dubbi.
Un attentato riuscito?
Sappiamo poi che anche l'ipotesi di un attentato riuscito sono infondate.
Parlo del possibile avvelenamento da arsenico a Sant'Elena da parte degli
Inglesi o secondo un'ardita ipotesi da parte di Montholon stanco
dell'esilio nell'angusta isola dell'Atlantico.
Conclusione
Napoleone visse in un periodo di grandi sconvolgimenti. La rivoluzione
francese aveva posto sul ampo diverse fazioni in lotta fra di loro. Quando
Napoleone prese il potere, gli sconfitti tentarono di abbatterlo e non
potendo farlo con la forza militare pensarono bene di ipotizzare un omicidio.
Il destino volle diversamente.
Napoleone non morì per mano di assassini e nemmeno sui campi delle
tante battaglie combattute, ma si spense in solitudine nella piccola e
insalubre isola di Sant'Elena prigioniero degli Inglesi e del suo passato.
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