giovedì, gennaio 30, 2020

Cosa pensava Metternich di Napoleone?

Napoleone e Metternich



Napoleone e Metternich



Klemens Wenzel Nepomuk Lothar von Metternich-Winneburg-Beilstein più comunemente conosciuto come Metternich è stata una delle personalità politiche più influenti del XIX secolo.

I più associano il nome di Metternich al Congresso di Vienna o ricordano la frase " L'Italia è un'espressione geografica" frutto degli studi di Storia delle nostre scuole.

Metternich ambasciatore a Parigi


Metternich fu agli inizi della propria carriera, protagonista anche del'epopea napoleonica. Egli, infatti nel 1806 fu nominato ambasciatore austriaco a Parigi. Successivamente, come Ministro degli Esteri ebbe modo più volte di incontrare l'Imperatore.

Metternich nelle sue memorie ci fornisce una descrizione dettagliata del carattere e della personalità di Napoleone.

Il suo giudizio, al pari di tanti altri "nemici" dell'Imperatore non può per forza di cose essere favorevole a Bonaparte, ma nelle parole di Metternich troviamo alcuni spunti interssanti e qualche sprazzo di obiettività.

Metternich, nelle sue memorie, descrive con rigorosa puntualità, il primo incontro con l'Imperatore.

L'anno è il 1806, siamo a Saint Cloud e Metternich deve presentare le sue credenziali di Ambasciatore a Napoleone.

L'impressione che l'Austriaco trae da questo incontro è negativa.

Secondo la descrizione di Metternich, Napoleone si fa trovare in piedi attorniato da dignitari di corte e dal mimistro degli Esteri. Un particolare colpisce l'immaginazione di Metternich: Napoleone indossa il cappello.

bonaparte


Il nuovo Ambasciatore austriaco descrive Napoleone come sciatto, scialbo e impacciato. Egli non riferisce così come tanti altri contemporanei  del senso di timore  che Bonaparte incuteva ai suoi interlocutori, anzi sottolinea come l'impressione che ne trae è di un uomo "normale"

Le memorie di Metternich


Nel prosieguo delle sue Memorie, però Metternich non può esimersi dal tracciare le peculiarità positive di Napoleone, la più importante delle quali, secondo il suo giudizio è la perspicacia.

Per Metternich, Napoleone era in grado di cogliere immediatamente il succo di un problema, le intenzioni dell'interlocutore e lo invitava ad "andare al sodo".

Una delle frasi preferite di Napoleone era proprio questa:

 " Vedo ciò che volete, volete arrivare a un certo scopo, andiamo dritti al punto" 

e Metternich puntualmente la cita.

Metternich mette in rilievo come Bonaparte mettesse in pratica questa caratteristica non solo durante i colloqui o le relazioni interpersonali. Napoleone agiva in tale maniera anche nei fatti pratici.
Secondo l'Austriaco nelle sue azioni, Napoleone cercava di arrivare ai suoi scopi in maniera diretta senza fronzoli, senza farsi deviare da fatti accessori.

Capace, però Napoleone di cambiare strategia se i fatti mutavano, ma sempre con lo stesso spirito di arrivare ai suoi obiettivi in maniera diretta, scavalcando o distruggendo tutti gli ostacoli che si frapponevano alla loro realizzazione.

Per il resto Metternich fornisce un quadro di Napoleone piuttosto deleterio.

war napoleonic


Un giudizio severo


Il dignitario austriaco, infatti mette in dubbio la leggenda secondo cui Napoleone fosse ferrato nelle scienze e nella matematica, secondo Metternich le sue conoscenze in questi campi erano pari pari quelle di un qualsiasi ufficiale di artiglieria di quei tempi.

Per quanto riguarda la scienza, Napoleone, sempre secondo il giudizio di Metternich si limitava a poche conoscenze, privilegiando sempre più le scoperte pratiche che i fatti teorici.

Nel suo giudizio negativo Metternich va anche oltre. Napoleone veniva universalmente conosciuto come un grande cultore ed esperto di Storia. Conoscenze accumulate soprattutto negli anni giovanili quando Bonaparte trascorreva gran parte del suo tempo a leggere dei fatti del passato.
Abitudine, quella di leggere voracemente che Napoleone non abbandonò mai e che portò con sè anche durante anni di vita in esilio a Sant'Elena.

napoleon


Ebbene, in maniera del tutto sorprendente, Metternich mette in dubbio anche le conoscenze storiche di Napoleone affermando che si trattava di un sapere epidermico con giudizi sui fatti distorti e personali.
Metternich, in fatto di Storia, riconosce a Napoleone solo la capacità di essere in grado di dare una spiegazione degli accadimenti lucida e razionale.

Nelle sue memorie Metternich si sofferma poi, sull'opinione che Napoleone aveva degli uomini.
Per il dignitario austriaco Napoleone nutriva poca fiducia nell'uomo che era spinto nelle sue azioni solo dall'interesse.
 Altre virtù o nobili scopi non sarebbero stati considerati da Bonaparte.

Il ritratto che ci viene tramandato da Metternich è decisamente contraddittorio.


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Le contraddizioni di Metternich


Da un lato si sottolinenano le carenze dell'Imperatore in tutti i campi, da un altro in questo modo se ne accrescono i meriti, per cui un uomo normalmente dotato non si comprende come sia arrivato a dominare l'Europa.

Metternich è consapevole di tale contraddizione del suo pensiero nei confronti di Napoleone e cerca, in maniera arzigogolata di dare una spiegazione.

Secondo l'Austriaco Napoleone fu favorito esclusivamente dalle circostanze storiche. La Rivoluzione con gli sconvolgimenti che ne conseguirono fu il trampolino di lancio per un uomo, con doti sì particolari da far immaginare una brillante carriera anche in altri tempi, ma che riuscì ad assurgere al trono solo in virtù di tali fortunate ed irripetibili circostanze.

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Un nemico illuminato


In conclusione possiamo dire che malgrado gli sforzi contrari, Napoleone esce rafforzato dal ritratto che ne fa Metternich.
Dalle parole del Ministro che dominò la scena europea nella prima  metà dell'Ottocento si evince una sincera ammirazione per Napoleone condita da un certo snobismo di chi non riconosceva le nobili origini di Bonaparte e ne sottolineava gli impacci.

Un punto di vista da"nemico" quello di Metternich (leggi il bel libro di Sandeman), ma non poteva essere diverso il giudizio del fautore della Restaurazione.

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