I presunti “banchetti segreti” di Napoleone a Sant’Elena: quando la propaganda inventa la Storia
Ci sono episodi della storia napoleonica che sembrano scolpiti nella memoria collettiva non perché siano veri, ma perché qualcuno, in un preciso momento, volle che apparissero veri.
Tra questi, uno dei più curiosi e persistenti è quello dei “banchetti clandestini” che Napoleone avrebbe organizzato durante il suo esilio a Sant’Elena: tavolate sontuose, vini rari, pasti ricchi e continui, quasi a dipingere l’Imperatore come un uomo incapace di rinunciare ai fasti del potere anche nella sconfitta.
Una narrazione affascinante… ma storicamente infondata.
In realtà, questo mito nasce in un preciso laboratorio: la propaganda inglese.
Un mito costruito lontano dall’isola
Quando Napoleone arriva a Sant’Elena nel 1815, gli inglesi si trovano davanti a un problema nuovo: gestire non un prigioniero qualunque, ma un simbolo vivente.
Un uomo che, nel bene o nel male, rappresentava ancora passioni, rivolte, speranze.
Un uomo per il quale milioni di europei avrebbero ancora combattuto.
Come contrastare allora la possibile rinascita del mito?
La risposta fu la strategia più antica del potere:
controllare la narrazione.
La stampa britannica cominciò progressivamente a disseminare resoconti che presentavano un Napoleone:
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viziato
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capriccioso
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pretenzioso
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ossessionato dal lusso
-
incapace di abbandonare l’opulenza imperiale
I “banchetti” rientravano perfettamente in questo quadro.
La realtà: pasti modesti, spesso insufficienti
La documentazione storica autentica — lettere, diari, rapporti ufficiali — racconta tutt’altro.
Napoleone mangiava pochissimo e spesso si lamentava della qualità scadente dei viveri.
Il clima dell’isola, umido e aspro, rovinava gran parte delle provviste.
La cucina era ripetitiva, povera e frequentemente avariata.
Era talmente lontano dal concetto di “banchetto” che Hudson Lowe, il governatore dell’isola, controllava persino le porzioni, temendo tentativi di fuga mascherati dietro la richiesta di alimenti fuori norma.
L’Imperatore pranzava tardi, verso le tre.
Cenava leggero.
Spesso saltava i pasti.
La sua salute peggiorava, e le condizioni alimentari non migliorarono mai.
Perché allora inventare i banchetti?
Perché è una narrazione efficace.
La propaganda funziona quando trasforma la realtà in un racconto morale:
👉 “Vedi? Non è un martire, è solo un tiranno decaduto che continua a vivere nel lusso.”
👉 “Non soffre davvero. Non merita compassione.”
👉 “La sua tragedia non è una tragedia, è una farsa.”
Ridurre Napoleone a una caricatura culinaria serviva a:
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sminuirlo agli occhi del popolo britannico
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giustificare le dure condizioni di detenzione
-
cancellare l’immagine romantica dell’eroe caduto
-
impedire la nascita del martire politico
La stampa inglese, nelle sue caricature, arrivò a raffigurarlo grasso, insaziabile, sempre seduto a tavola.
Un’immagine in totale contrasto con le testimonianze dei suoi compagni di esilio, che lo descrivono sempre più magro, pallido, consumato dalla malattia.
Il banchetto come arma politica
Non è un caso isolato.
La storia è piena di figure rese ridicole proprio nel momento della loro massima debolezza:
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la Maria Antonietta “che mangia brioches”,
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Luigi XVI rappresentato come un goloso incapace,
-
Carlo I dipinto come un debole viziato,
-
la zarina Caterina la Grande colpita da leggende indecenti.
Il potere sa che per distruggere un simbolo non basta confinarlo:
occorre ridicolizzarlo.
Il riso, per gli antichi, era una forma di morte.
Napoleone lo sapeva bene
Nelle sue pagine più intime, a Sant’Elena, scrive:
“Non mi uccideranno col ferro o col fuoco, ma col ridicolo.”
Aveva compreso che il suo corpo era prigioniero dell’isola,
ma la sua immagine era prigioniera della propaganda.
E la propaganda sapeva colpire dove fa più male:
non nella verità, ma nell’immaginario.
Per questo ho realizzato un video dedicato a questo mito
Perché è importante distinguere la storia dalla costruzione politica della storia.
Capire non soltanto ciò che accadde a Sant’Elena,
ma ciò che si volle far credere che accadesse.
Ho preparato un video che smonta, uno a uno,
i principali falsi miti sui presunti banchetti dell’Imperatore in esilio,
mostrando documenti, fonti e testimonianze originali.
🎥 Lo trovi qui sul mio canale YouTube “Napoleone1769”:
👉 I Banchetti Segreti di Napoleone? La Propaganda Inglese che Ingannò l’Europa
https://youtu.be/PPxrfR1sQE8?si=C_poegU-E8rFW-yV
È un invito a guardare la Storia con occhi più fini,
a non accettare mai un racconto senza capirne la provenienza,
e a difendere la memoria di un uomo che, anche nell’ultima fase della sua vita,
fu circondato più dalle parole degli altri che dal proprio cibo

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