Mi chiamo Napoleone Bonaparte e sono Corso.
Brienne
1782 , mi trovo a Brienne alla scuola militare. Sono già tre anni che mi trovo qui, sono arrivato nel '79 avevo 10 anni e nemmeno. Ho lasciato casa, i miei fratelli e le mie sorelle, la mia amata madre, ma non ho pianto.
Non mi mancano. Ho nostalgia della mia terra, della mia amata Corsica e penso spesso a mia madre, alla balia Camilla e Saveria la domestica, ma sono consapevole del mio destino e lo affronto da uomo.
Non sento la nostalgia di mio padre che già in Corsica era spesso assente.
Mi trovo a Brienne a spese del re perchè i Bonaparte sono nobili. Strana faccenda condotta con abilità da mio padre.
Sono un nobile
E' stato il giudice della nobiltà dei titoli il de Seygny a certificare la nostra origine nobiliare mentre il conte Marbeuf ha trovato gli agganci giusti per permettere a me e Giuseppe di studiare a spese della Corona. Per la mia famiglia un successo e un onore.
Prima di arrivare a Brienne sono stato 6 mesi ad Autun per imparare il francese. Brutto posto, umido e freddo.
Paille au nez
Sto bene qui al collegio, anche se i primi mesi sono stati duri. I compagni mi prendevano in giro per il mio nome e mi chiamavano Paille au nez e anche perchè non parlavo bene francese. Sono un tipo tosto e ho resistito alle prese in giro, agli scherzi e ai sberleffi. Non è che non soffrivo, ma mai avrei mostrato segni di debolezza.
Ora le cose vanno meglio, i compagni non mi amano, ma mi rispettano. Resto lo stesso spesso da solo, la cosa non mi dispiace. Fantastico, sogno ad occhi aperti. Mi piacerebbe un giorno tornare in Corsica e liberarla dai Francesi invasori.
Sono un avido lettore. Mi piace la storia e leggo dei grandi del passato. Anche la geografia mi interessa, anche se è la matematica la materia che più di tutte mi appassiona. Il latino, no non lo voglio proprio studiare.
I miei insegnanti
Gli insegnanti sono passabili. Padre Patrault mi apprezza molto per la mia conoscenza della geometria e e della matematica.
La mia stanzetta è piccolissima, ci sta solo il letto. Padre Berton ha concesso a ognuno di noi un pezzo di terreno. Ben presto mi sono fatto cedere dai miei compagni il loro pezzetto e ora ho a disposizione uno spazio bello ampio dove passo la maggior parte del mio tempo.
Ho dovuto difendere il mio spazio perchè i compagni rivolevano riprenderselo, ma io l'ho difeso con tutte le mie forze.
Ho passato giorni difficili, come quella volta in cui dovevamo fare una vera e propria esercitazione militare. La mia competenza in geometria mi fece avere un posto di comando. I miei compagni, però non accettarono la scelta dicendo che non me lo meritavo perchè stavo sempre in disparte.
Mi umiliarono, ma io non piansi, non reagii e ciò destò in loro rispetto e ammirazione.
Sono Napoleone Bonaparte
Sono Napoleone Bonaparte, sono un Corso e tale rimarrò sempre. Non aspetto altro che finire la scuola, andare all'accademia, diventare un militare, tornare in Corsica.
La mia Corsica, la mia vera patria, invasa dai Francesi.
Sarò ammirato, un nuovo Paoli, forse.
Sogno una Corsica, libera, indipendente, patria di tutti gli uomini liberi, di tutti coloro che amano il progresso, la pace e la prosperità.
Vorrei esserne il capo, un giusto governante, un uomo di sani principi e di vedute ampie. I migliori avrebbero spazio al di là della loro posizione sociale, della loro nascita e del loro censo. La Chiesa sarebbe rispettata, ma non avrebbe alcun potere nello Stato. I preti dovrebebro pensare a Dio e gli uomini di governo ai cittadini e alla loro felicità.
La storia ci insegna che tutto è possibile, che i grandi sogni possono trovare la loro realizzazione. I grandi uomini del passato lo hanno dimostrato con le loro azioni e io un giorno sarò come loro.
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