lunedì, novembre 29, 2021

Quando Federico Stabs tentò di uccidere Napoleone

Gli attentati alla vita di Napoleone 

Federico Stabs un giovane patriota tedesco tentò di uccidere Napoleone.

Siamo nell'ottobre del 1809, Napoleone è a Schonbrun dopo la vittoria di Wagram combattuta all'inizio di luglio. 
Le trattative per una nuove pace con gli Asburgo procedono a rilento, ma Napoleone non se ne preoccupa anche perchè sta vivendo un momento di pace personale in compagnia di Maria Walewska che soggiorna con lui.

Napoleone_stabs



Il tentativo di omicidio

Mentre l'Imperatore passeggia nella corte del castello si avvicina a lui un giovane che viene intercettato da Berthier prima e da Rapp poi .

Il comportamento del giovane è sospetto. Egli afferma di voler consegnare una petizione all'Imperatore, ma di doverlo fare personalmente. Stabs è insistente, Rapp, come ci racconta nelle sue memorie nota che stringe una borsa sotto la redingote. Il generale non perde altro tempo e ordina l'arresto di Stabs.
Alla perquisizione compare un lungo coltello da cucina, qualche soldo e un ritratto di una giovane fanciulla.

Stabs rivela  nell'interrogatorio che ne consegue, le sue intenzioni omicide e chiede di parlare con Napoleone.

L'interrogatorio di Stabs


interrogatorio Stabs


Napoleone dal suo canto quando ascolta i dettagli dell'accaduto rimane colpito, quasi scioccato. Comprende che l'odio nazionalistico nei suoi confronti è superiore a quanto lui stesso immaginasse.

Per questa ragione Bonaparte acconsente a vedere Stabs, forse anche per accertarsi che non si trattasse solo di uno squilibrato.

Il colloqio tra Napoleone e Stabs 



Napoleone chiede subito al giovane quali intenzioni avesse. Stabs impavido gli dice chiaramente che la sua missione era quella di ucciderlo.

Al che Napoleone gli chiede se non fosse malato. Ma Stabs assicura di essere sano di mente e di aver programmato l'omicidio perché riteneva Napoleone il male della Germania e un tiranno.

Napoleone resta attonito, vuole scavare ancora di più nell'animo di Stabs il quale assicura che il suo è un gesto isolato, non determinato da alcun altro.

Malgrado le resistenze di Stabs, Napoleone è ancora disposto a perdonarlo. Bonaparte gli chiede di ritrattare, di chiedere perdono. Stabs rifiuta sdegnoso e asserisce che una volta libero cercherebbe di riprogrammare un nuovo attentato e che l'omicidio di Napoleone per lui raprresentava un dovere verso la sua patria.

Napoleone non si arrende e cerca di far leva sugli affetti familiari.

Di chi è questo ritratto che vi fu trovato addosso?» «E quello d’una giovine che io amo». «Ella sarà bene afflitta della vostra disgrazia?» «Ella sarà afflitta perché io non ci sia punto riuscito, ché ella vi odia al pari di me».

A queste ultime parole pronunciate da Stabs Napoleone si arrende e Stabs viene portato fuori e condannato a morte.

La firma della pace e le conseguenze dell'attentato


L'episodio colpisce notevolmente Napoleone che rompe gli indugi e accelera la firma del trattato di pace.

Jean Rapp
Jean Rapp



Rapp ci dice ancora che il 27 ottobre quando Napoleone stava per far ritorno in Francia chiede ancora notizie di Stabs. Gli viene riferito che il giovane era stato giustiziato che nei tre giorni precedenti aveva rifiutato il cibo e che al momento dell'esecuzione aveva gridato:  “Viva la libertà! viva la Germania! Morte al suo tiranno!”

Napoleone arguto come sempre, comprende che l'attentato subito era di natura diversa dagli altri. Non si trattava di un sicario prezzolato inviato dalle potenze straniere o da qualsiasi altro nemico, ma di un uomo del popolo che lo riteneva un tiranno.
Era una situazione nuova di quelle che avrebbe potuto portare a conseguenze nefaste. 

Il soggiorno a Schonbrun allietato dalla presenza della Walewska che proprio a Vienna rimase incinta insieme all'attentato di Stabs è la molla che fa rompere gli indugi a Napoleone il quale pensa a rafforzare la sua posizione prima col divorzio e poi con lo sposalizio con una principessa di sangue reale con lo scopo di perpretare la sua dinastia anche alla sua morte.



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