I racconti di Napoleone
Sant'Elena, Aprile del 1816.
La mia vita.
Si dice che quando si sta per morire vengano alla mente tutti i ricordi di una vita intera.
Mi sorprendo, quindi, perché questa sensazione la sto provando spesso qui a Sant'Elena.
Mi sorprendo, quindi, perché questa sensazione la sto provando spesso qui a Sant'Elena.
Cosa vuol dire ciò?
Che sto per morire senza che me ne accorga?
Che è il mio spirito che sta trapassando oppure sono gli Inglesi che lentamente mi stanno avvelenando?
Che sto per morire senza che me ne accorga?
Che è il mio spirito che sta trapassando oppure sono gli Inglesi che lentamente mi stanno avvelenando?
Non saprei dare una risposta certa a questi dubbi che mi assillano, fatto sta che quasi ogni giorno ripercorro in pochi minuti tutta la mia esistenza.
Il paradosso che questa sequenza infinita e rapida di ricordi non mi abbandona nemmeno la notte. I miei sonni sono brevi e agitati, ma i miei sogni sono vividi e reali e riguardano sempre la mia vita passata.
Non sogno mai il futuro, non mi vedo in Francia, non calco più i campi di battaglia, non immagino mio figlio adulto.
E', invece il mio passato che torna a farmi visita.
Non si tratta di un tormento, di un fastidio. I fatti sono chiari, distinti, le circostanze reali, la mia opinione e il mio pensiero costanti.
Non provo nemmeno rabbia, ne ho risentimento verso qualcuno pur avendone ragione visti i tradimenti che ho subito.
Non provo nemmeno rabbia, ne ho risentimento verso qualcuno pur avendone ragione visti i tradimenti che ho subito.
Questa sensazione alla lunga mi annoia e mi stanca.
In questi miei pensieri non sento la mia voce, non sono io che parlo a me stesso. Quello che vedo è una sequenza di immagini e io sono uno spettatore che seduto a teatro le vede scorrere come tante scene di una tragedia.
In questi miei pensieri non sento la mia voce, non sono io che parlo a me stesso. Quello che vedo è una sequenza di immagini e io sono uno spettatore che seduto a teatro le vede scorrere come tante scene di una tragedia.
Che sensazione provo, quando il racconto finisce?
Mi sento incompiuto.
Ho il pensiero di colui che intento a costruire un castello o una grande cattedrale e costretto a smettere quando l'opera è quasi terminata con l'incubo che i suoi nemici possano abbattere quanto edificato con tanta fatica.
Ho il pensiero di colui che intento a costruire un castello o una grande cattedrale e costretto a smettere quando l'opera è quasi terminata con l'incubo che i suoi nemici possano abbattere quanto edificato con tanta fatica.
La gloria
Nella mia vita ho cercato la gloria.
Una delle mie frasi preferite era:
"La morte non è nulla, ma vivere senza gloria è morire ogni giorno".
La gloria per me era lasciare un'impronta in questo mondo. Morire, ma essere ricordati per qualcosa di importante.
Nella mia gioventù leggevo delle imprese di Alessandro Magno, di Cesare e mi immaginavo una vita simile alla loro.
Nella mia gioventù leggevo delle imprese di Alessandro Magno, di Cesare e mi immaginavo una vita simile alla loro.
Erano sogni da adolescente che si sono trasformati in realtà.
Con poca modestia posso dire che forse le mie imprese sono state anche superiori. Non ero figlio di re, nè appartenevo a una famiglia potente.
La mia nobiltà l'ho costruita sui campi di battaglia, con le mie imprese e grazie a i miei soldati. La mia gloria è stata quella di rendere la Francia la nazione più potente d'Europa, quella con le leggi migliori e più moderne.
La mia nobiltà l'ho costruita sui campi di battaglia, con le mie imprese e grazie a i miei soldati. La mia gloria è stata quella di rendere la Francia la nazione più potente d'Europa, quella con le leggi migliori e più moderne.
Tutto quello che ho fatto nessuno lo potrà cancellare e anche se qui il soldataccio inglese Hudson Lowe si ostina a chiamarmi generale Bonaparte dimenticando che sono Imperatore.
Il mio cruccio?
Il mio dolore di oggi è che tutto quello che ho costruito non potrò donarlo a mio figlio. Il mio governo veniva dal popolo francese, non era usurpato. Quel popolo che aveva ucciso il re Borbone e che mai avrebbe voluto il loro ritorno.
Mio figlio aveva il diritto di regnare sotto la reggenza della madre, principessa di sangue asburgico, ma le cose non sono andate così.
Mio figlio aveva il diritto di regnare sotto la reggenza della madre, principessa di sangue asburgico, ma le cose non sono andate così.
La mia gloria resterà imperitura perché è pura follia cercare di riportare indietro le lancette del tempo. La rivoluzione ha cambiato gli uomini, le loro idee, le loro aspirazioni. In pochi anni altre rivolte, altre insurrezioni scoppieranno in tutta Europa.
Ho raggiunto la gloria sulla terra. I libri di storia mi dovranno dedicare più di qualche pagina e ora la morte veramente non mi fa più paura.
L'ossessione del tempo
Sono stato sempre stato ossessionato dal tempo e dalla mia condizione di mortale. La mia disperazione era quella di non riuscire ad avere abbastanza tempo per compiere tutto quello che mi ero prefissato. Per questo dormivo poco, per questo ero sempre attivo, per tale ragione non mi fermavo mai.
Oggi il tempo si è dilatato.
A queste latitudini, immerso nel nulla sono nella condizione di non volere più fermare il tempo, ma di volerlo farlo scorre più veloce, perché le giornate sono infinite e trascorse nella noia più assoluta.
Un grottesco contrappasso!
A queste latitudini, immerso nel nulla sono nella condizione di non volere più fermare il tempo, ma di volerlo farlo scorre più veloce, perché le giornate sono infinite e trascorse nella noia più assoluta.
Un grottesco contrappasso!
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Una vita diversa?
Ho cercato la gloria e non lo rimpiango. Avrei potuto scegliere una vita ordinaria, fare il commerciante o una qualsiasi altra occupazione. Sarei potuto diventare ricco, avere una famiglia e dei figli da allevare, una casa in cui trascorrere la maggior parte del tempo e in cui invecchiare accanto a una moglie devota e innamorata.
In certi momenti una vita di tal genere mi è mancata. La mia nascita, l'esempio della mia famiglia d'origine mi avrebbero spinto verso questa soluzione, ma è stato un attimo come a Schonbrun con Maria o all'Elba.
Solo momenti, però. Il fuoco che mi divorava mi spingeva in direzioni diverse.
La mia vita di oggi
Oggi forse sto morendo ogni giorno, un lento assassinio ordinato dagli Inglesi. Resterà la gloria che ho raggiunto che forse sconfiggerà anche la morte.
E' necessario, però che io stesso mi racconti. Sono stato sconfitto e la storia la narrano i vincitori. Devo far sentire la mia voce, anche se da questa landa lontana e desolata. Devo far conoscere il mio operato, la ratio dietro alle mie decisioni.
Non voglio che i miei nemici mi dipingano come un orco, come un tiranno usurpatore.
Non voglio che i miei nemici mi dipingano come un orco, come un tiranno usurpatore.
Sono sicuro che questo vile tentativo già è in corso, ma sono certo che il popolo francese che tanto ho amato non crederà auna sola parola che infanghi il mio nome.
Sono sicuro, invece che il grido di Vive l'Empereur resterà per sempre nella memoria e nel cuore dei Francesi.
Sono sicuro, invece che il grido di Vive l'Empereur resterà per sempre nella memoria e nel cuore dei Francesi.
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