martedì, marzo 05, 2024

Il diavolo nero

 La storia del padre di Alexandre Dumas, generale napoleonico

Berthier contro Dumas





Thomas Alexandre Davy de la Pailletterie, detto Alexandre Dumas (1762-1806), genitore dello scrittore Alexandre Dumas (padre), a cui avrebbe ispirato il personaggio del Conte di Montecristo è stato un generale napoleonico e anche , per un certo tempo molto amico di Bonaparte.


I rapporti fra i due, in seguito, si raffreddarono fino a diventare quasi dei nemici, ma questo lo vedremo nel corso di questo post.

Il  generale Dumas era il figlio illegittimo di un proprietario di piantagione di canna da zucchero di Santo Domingo (Haiti), il marchese di origine normanna Alexandre Antoine Davy de la Pailletterie (1714-1786) e di una delle sue schiave, Maria Cessette Dumas (1714-1786 circa).

Secondo le stravaganti classificazioni dell'epoca era considerato "mulatto". 

Nasce  il 25 marzo del 1762 in una delle piantagione del padre e gli viene imposto il nome di Thomas Alexandre

Colonnello perché “nero”

Il padre di Thomas Alexandre vuole rientrare in Francia, ma è a corto di denaro, per cui pensa di racimolare la cifra necessaria vendendo i suoi tre figli come schiavi, compreso Thomas Alexandre. Dopo poco, però riuscì a riscattarli e a farli giungere in Francia.

Il giovane a Parigi conduce una vita agita, ma cominciano ben presto i contrasti col padre. Per tale ragione decide di arruolarsi nel nel Reggimento dei Dragoni Regina, sotto il nome di Alexandre Dumas, optando definitivamente per il cognome di sua madre e abbandonando per sempre quello del padre.

Dopo pochi giorni dalla sua partenza il padre muore.

Il cambio di cognome

Non si sa bene perchè Thomas Alexandre decise di prendere il cognome della madre. I contrasti col padre probabilmente furono decisivi per la scelta. La ragione potrebbe essere anche il fatto che il padre stava per abbandonare la madre per sposare un'altra donna o problemi economici. Fatto sta che Alexandre Dumas decise di abbansonare i propri privilegi nobiliari e prendere il cognome materno e già questo ci fa comprendere il forte carattere di colui che diverrà il Diavolo Nero

Un uomo gigantesco

Alexandre Dumas aveva una stazza notevole essendo alto 1 metro e 85 centimetri, soprattutto confrontandola con quella che era l'altezza media dell'epoca ( circa 1,67) . a questo proposito è facile comprendere anche la leggenda del Napoleone basso. Molti dei suoi ufficiali erano altissimi confrontati al metro e 68 o 69 di Bonaparte che al loro cospetto sembrava un nanerottolo.

Dumas fece una rapida carriera militare, ma sappiamo che dopo la rivoluzione francese questo era consueto. Egli venne assegnato al reparto della Legione franca degli Americani e del Mezzogiorno e divenne teneente colonnello. Siamo giunti al 1792.

Dumas divenne l'aiutante del comandante di questo reparto che era un altro mulatto  Joseph Bologne Cavaliere di Saint George. Dumas fu un fervente repubblicano per cui la sua ascesa militare non ebbe conseguenze dopo lo scoppio della rivoluzione

Napoleone e Dumas


Alexandre Dumas combatte in Italia prima della nomina a comandante in capo di Napoleone. Nel frattempo la sua carriera è andata avanti ed è stato promosso prima generale di brigata e poi generale di divisione. 
Egli diventa comandante delle brigata delle Alpi e si distingue per il suo coraggio, per la sua capacità di resistenza, per il suo ben combattere nei piccoli scontri, nelle scaramucce e nella guerriglia. Lo si ricorda per la conquista dei colli del Piccolo San Bernardo e del Moncenisio nel 1794.

Dumas viene assegnato all'armata d'Italia nell'ottobre del 1796. Anche in questa occasione egli si distingue per le sue doti di coraggio, ma quello che lo rovina è il suo brutto carattere, rabbioso e iracondo e privo di censure. Nel 1797, infatti litiga furiosamente con Alexandre Berthier, il motivo è che Berthier non aveva ben messo in risalto nel suo rapporto a Napoleone il ruolo decisivo di Dumas e dei suoi uomini nella battaglia della Favorita.

Ecco quello che scrisse Dumas a Napoleone e che fece schiumare di rabbia Berthier:

"Ho appreso che il somaro che ha il compito di relazionarvi sulla battaglia ha dichiarato che sono rimasto in osservazione durante quella battaglia. Non gli auguro di trovarsi nello stesso genere di osservazione, perché si cacherebbe nei pantaloni"

La divisione in seguito a ciò viene sciolta e integrata in quella di Massena.

Dumas passa poi all'Armata del Tirolo e si copre di gloria quando da solo resiste indomito a un contrattacco austriaco sul ponte di Bressanone uccidendo diversi cavalieri nemici dando ai suoi uomini il tempo di ricongiungersi a lui. 

L'episodio fece scalpore e notizie giunsero fino a Napoleone che gli diede l'appellattivo di Orazio Coclite del Tirolo. Strano a dirsi, ma l'appellattivo che lo renderà famoso , quello di " Diavolo Nero" glielo diedero invece i nemici che restarono impressionati dalla forza e dal coraggio di quest'uomo che da solo sbaragliava decine di nemici.

La rottura con Bonaparte

Dumas e Napoleone diventano amici. sappiamo come Bonaparte ammirasse i coraggiosi in battaglia. Il legame era talmente stretto che i due si proposero di essere padrini dei loro primi figli.

Dumas accompagnò naturalmente Napoleone in Egitto e Bonaparte gli affida il comando della cavalleria dell'armata d'Oriente. Dumas continua a distinguersi per le sue doti militari. E' fra i primi ad entrare ad Alessandria dove desta grande impressione per il suo colorito bruno e per la sua stazza.

Dumas si mette inn mostra poi nel 1798 nella repressione della rivolta del Cairo.

Abbiamo cominciato a conoscere il carattere fumantino di Dumas per cui giunse anchje alla rottura con Napoleone che era un tipo piuttosto permaloso. Dumas, insieme ad altri generali critica apertamente Napoleone per le sue marce forzate nel deserto e lo accusa di voler restaurare una monarchia in Egitto.

La rottura fra i due si consuma. Dumas chiede diu esere rimpatriato e Napoleone non si oppone. Siamo al 7 marzo del 1799. Una tempesta colpisce la sua imbarcazione quando è in mare ed è costretto a sbarcare a Napoli dove viene catturato dai soldati dai soldat Sanfedisti che lo tennero prigioniero fino al 1801 nel castello di Tarantola ( oggi è possibile visitare la cella di Dumas)

Le condizioni di prigionia a cui venne sottoposto furono orribili, con vari tentativi di avvelenamento, e non ci fu nessun tentativo da parte francese di farli riottenere la libertà. E' chiaro che questo episodio fu la chiave che ispirò poi il figlio nel racconto del Conte di Montecristo, quando descrive l'orribile prigionia del protagonista Edmon Dantes al castello d'If. Il figlio immaginò una vendetta, quella di Dantes, che il padre non riuscì ad avere.

Quando venne liberato Dumas era fiaccato nel fisico , storpio alla gamba destra e sordo da un orecchio. Una paralisi facciale lo deturpava e un'ulcera allostomaco lo tormntava tanto che poi lo portò alla morte.

Dumas non rientrò mai più in servizio attivo. Litigare con Napoleone non era stata una buona idea, sappiamo l'orgoglio di Napoleone e la sua propensione alla vendetta tipica della sua origine corsa

Dumas non si arrese, reclamò più volte un incarico, ma venne licenziato ricevendo una pensione di congedo di 4000 franchi, ma non gli vennero riconosciuti gli arretrati per i suoi combattimenti in Italia e per la prigionia. In queste decisioni ci vediamo la mano di Berthier più che di Napoleone

L'unico privilegio che rimase a Dumas fu quello di poter continuare a soggiornare nelel regione militare di Aprigi anche dopo le leggi che dal 1802 divennero ostili alle persone di colore. Dumas trascorse gli ultimi anni a a Villers Cotterets, insieme alla moglie Maria Luisa Elisabetta Labouret, sposata nel 1792. Dumas muore il 26 febbraio 1806




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