martedì, marzo 12, 2024

E' il 5 maggio del 1821

 L'ultimo giorno di Napoleone

Napoleon



Il 5 maggio 1821, l'alba si leva su quest'isola maledetta. 
Sto male. 
Le forze mi abbandonano, so di essere prossimo alla morte eppure non provo tristezza. 
Ho solo 51 anni; potrei vivere ancora a lungo, potrei assistere alla nascita dei miei nipoti, ma so che non sarà così.

La mia vita è stata intensa, stupefacente, grandiosa, ma non poteva essere anche lunga.


Eppure sembra ieri in Corsica quando bambino mi lanciavo in giochi spericoltai e prendevo schiaffi da mia madre,

napoleonic war


 Ah, quanto ho amato la mia isola e quanto ho sofferto nel vederla cadere in mano ai Francesi, con la nostra libertà perduta. Ho anche odiato mio padre per non aver combattuto al fianco di Paoli, ma per aver deciso di assoggettarci ai Francesi. Ho capito solo molto dopo che quella era la scelta migliore per la famiglia.

La famiglia.


Ho fatto tutto per mia madre, i miei fratelli e le mie sorelle. 

Cosa ho ricevuto in cambio? 

Solo delusioni. Giuseppe incapace di essere re, Carolina una serpe che ha preferito il tradimento pur di conservare il regno di Napoli. Stupida! Non ha capito che se cadevo io, cadeva tutta la dinastia Bonaparte. Luigi un debole. Girolamo insignificante.

I miei Marescialli


E quando penso alla famiglia, mi vengono in mente i miei Marescialli. Compagni d'arme che ho arricchito, anche più di me. Ho tollerato le loro insolenze, le loro sconfitte e le loro gelosie, ma mi sono trovato tradito. Marmont che cede Parigi al nemico, Murat che mi volta le spalle, Berthier che non mi segue a Waterloo.

Quanto dolore e quante delusioni.

La madre di mio figlio

E che dolore mia moglie, l'Imperatrice Maria Luisa, madre di mio figlio, che mi ha abbandonato subito per tornare tra le braccia del padre. Una Principessa Russa sarebbe stata migliore per me. Un'Austriaca non era cosa migliore per la Francia.

Mio figlio e Giuseppina


Mio figlio è la mia unica ragione di vita, ma se il destino o la natura avesse deciso di darmi un figlio con Giuseppina, non l'avrei mai lasciata. Giuseppina era gelosa, spendacciona, volubile, ma mi amava. Mi ha amato quando non ero nessuno, quando qualcuno mi prendeva in giro, quando la mia fortuna e il mio genio non si erano ancora rivelati.

Le mie vittorie, i miei ricordi


Sono troppo stanco anche solo per pensare. Una grande tristezza mi prende e ripercorro in un attimo tutta la mia vita. Austerlitz, la mia più grande vittoria, Marengo dove ho temuto la sconfitta, Eylau dove sono stato scovolto davanti a tutto quel sangue, o Jena dove ho umiliato i soldati più bravi del mondo, i Prussiani.

Non ho paura della morte. 


L'ho vista in faccia tante volte sui campi di battaglia e l'ho anche cercata a Waterloo. Soffro per la mia adorata Francia, mi addoloro nel non poter vedere mio figlio crescere, sono indignato per come gli Inglesi mi hanno trattato.

Ora vorrei solo dormire. Chiudere gli occhi e abbandonarmi al sonno eterno. Sic transit gloria mundi.

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