sabato, dicembre 17, 2016

Le 10 massime più belle di Napoleone


Mai banale, sempre arguto Napoleone ci ha lasciato oltre alle sue gesta anche l'eredità delle sue parole.

Ho raccolto alcune delle massime che più mi hanno colpito e mi riprometo di citarne delle altre in successivi post.

1# Le courage est comme l'amour



quotes-napoleon


2 # En politique comme à la guerre...


quotes-napoleon

3 # On ne fait bien...


quotes-napoleon

4 # La morte non è nulla...


quotes-napoleon



5# La Storia è la versione...


quotes-napoleon


6 # Quand un peuple entier...


quotes-napoleon


7 # Un homme sans courage...


quotes-napoleon


8 # L'art de la guerre consiste...


quotes-napoleon


Related:Napoleone innamorato

9 # On ne juge pas...


quotes-napoleon


10 # Les gens qui hesitent...


quotes-napoleon

sabato, dicembre 10, 2016

Napoleone e la religione

napoleon-religion

Napoleone  e la religione: un rapporto complicato.


Sopra riportati i consigli per gli acquisti. Prova a fare compere attraverso tali link di affiliazione, darai una mano per la gestione di questo portale. Grazie.

Napoleone ebbe un'educazione cattolica e il sentimento religioso fu sempre ben presente nel suo cuore.

 Egli non rinnegò mai il suo cattolicesimo che anzi ritornò prepotente durante gli anni di Sant'Elena soprattutto negli ultimi momenti prima della sua dipartita.

Come sempre il giudizio migliore, quello più profondo lo si può desumere dalle parole stesse dell'Imperatore.

" Non vedo nella religione il mistero dell'Incarnazione, bensì il mistero del'ordine sociale. essa lega al cielo un'idea di uguaglianza che impedisce al povero di massacrare il ricco. La religione è inoltre una specie di inoculazione di vaccino che, soddisfacendo il nostro amore per il meraviglioso, ci protegge dai ciarlatani e dai maghi. i preti sono senz'altro meglio dei vari Cagliostro, Kant e di tutti i sognatori di Germania."

In questo primo passo, Napoleone inquadra la religione come un "equilibratore" sociale. Attraverso la promessa di un mondo extra terreno senza disuguaglianze, senza ricchi e poveri, anzi con un premio maggiore per i diseredati, la religione impedisce rivolte sociali.

Napoleone, quindi considera la religione cattolica importante per il ruolo che essa svolge nelle menti degli uomini, ma allo stesso modo riconosce l'enorme potere politico e sociale che da essa proviene.

Il Cattolicesimo, però è appannaggio dei preti e dei monaci ed è governato dal Papa e questo è inaccettabile per Bonaparte che rimane uomo del suo tempo, legato agli ideali della Rivoluzione francese.

Related: Napoleone e la rivoluzione

In questo secondo passaggio possiamo meglio comprendere il suo pensiero circa l'apparato ecclesiastico e il Governo della Chiesa.

" Si conoscono i vizi e gli scandali che regnano  tra i monaci, io stesso ho avuto modo di rendermene conto, perché sono stato per un certo periodo allevato da loro. Rispetto quello che la religione rispetta, ma come uomo di Stato, non posso accettare il fanatismo del celibato; è stato un mezzo con il quale la Corte di Roma ha voluto ribadire la schiavitù dell'Europa, impedendo che i religiosi fossero cittadini."

Il governo della Chiesa, esercita un controllo sulle persone rendendole schiave. Il popolo può essere così, facilmente plagiato a tutto danno dello Stato. Napoleone ben comprende questo pericolo, soprattutto in un'epoca di stravolgimenti sociali post rivoluzione. Da uomo geniale sa che deve porre freno al potere della Chiesa, senza ostacolare il sentimento religioso del popolo.

Il Papa deve occuparsi solo di cose divine. In questo passo del 1806, tratto da una lettera indirizzata al Cardinale Fesch, questi concetti sono ben esplicitati.

" Il Papa mi ha scritto una lettera in data 13 novembre assolutamente ridicola e insensata. Io sono religioso, ma non sono un bigotto.
Per il Papa io sono Carlo Magno, perché come Carlo Magno riunisco le Corone di Francia e quella della Lombardia e il mio Impero confina con l'Oriente. Ridurrò il papa a essere soltanto il Vescovo di Roma"

L'uomo politico, Napoleone è ben conscio della forza della Chiesa e sa che deve piegarla ai propri voleri, ma l'uomo Napoleone è affascinato dal divino e dall'educazione che ha ricevuto da bambino.

Ecco ancora le sue parole:

"  Domenica scorsa camminavo in questa solitudine , in questo silenzio della natura. Improvvisamente mi colpì l'orecchio il suono della campana di Ruel. Mi commossi, tanta è la forza dell'educazione ricevuta, delle abitudini acquisite. Dissi a me stesso: quale impressione ciò deve fare sugli animi semplici e inclini alla credulità".

A questo punto il pensiero di Napoleone riguardo la religione cattolica sembra chiaro. Per Bonaparte la religione è di conforto al credente, gli rende più accettabile la vita soprattutto nei momenti di difficoltà e quando la morte si avvicina.

A Sant'Elena questo sentimento crebbe prepotentemente. Le testimonianze di Antonmarchi e O'Meara i due medici che lo assistettero nei suoi ultimi giorni sono concordi in tal senso.
[Approfondimento: Ora Sant'Elena è più vicina]

A questo proposito vale la pena citare il libro di Robert-Antoine de Beauterne, Sentiment de Napoleon sur le Cristianisme, nel quale vengono rapportate le testimonianze di coloro che soggiornarono e accompagnarono Napoleone sull'isola di Sant'Elena compreso il biografo più famoso: Las Cases
[ Approfondimento: il biografo dell'Imperatore ]

napoleon-5-may


Questo passo è tratto dalle memorie di Antonmarchi ed è citato nell'opera di de Beauterne

" Il 21 aprile chiamò a se' l'Abate Vignali e gli chiese: sapete cosa sia una camera ardente? Sì,  rispose l'abate.
- Ne avete mai servita una- proseguì Napoleone-
- Nessuna- fu la risposta di Vignali-
-Allora servirete la mia- aggiunse l'Imperatore-

Bonaparte fornisce, allora all'abate tutti i particolari, con quella precisione che era la sua principale peculiarità:

"Sono nato nella religione cattolica, voglio adempiere ai doveri che me ne derivano, e ricevere i conforti che essa fornisce ai suoi figli. Lei celebrerà tutti i giorni la santa Messa nella stanza accanto, ed esporrà il Santissimo Sacramento durante le quarantore. Dopo la mia morte, lei porrà l’altare dalla parte della mia testa, nella camera ardente, continuando a celebrare la Messa e tutte le cerimonie del rito cattolico, che lei terminerà solo quando sarò sepolto"

Qualcuno ha voluto vedere in Napoleone una conversione alla religione, ma come egli stesso afferma   ciò non è vero. Napoleone è sempre stato profondamente cattolico e credeva in Dio. Egli, però era un conoscitore di uomini come pochi ce ne sono stati nel corso della storia e nutriva, poca fiducia negli uomini di Chiesa.

[Free Download: il libro Sentiment de Napoleon sur le Cristianisme è disponibile su Archive.org - Scarica]

Vorresti approfondire altri argomenti della vita di Napoleone?
Leggi qui 

lunedì, dicembre 05, 2016

Napoleone e il divorzio

Come la pensava Napoleone riguardo al divorzio?


napoleone divorzio


Napoleone ebbe  un'educazione cattolica per cui credeva alla  famiglia e ai suoi valori, come testimonia la sua intera vita passata a beneficiare i suoi consanguinei, benché ben presto si rendesse conto che i suoi familiari non meritassero tante e tali attenzioni


In più c'è da dire che Napoleone passò la sua infanzia in Corsica, in un ambiente quindi molto legato alle tradizioni familiari. La cultura isolana era patriarcale nel senso più stretto del termine e  Napoleone non poteva non subire l'influenza culturale delle sue origini.

Con questo tipo di educazione si potrebbe presumere che Bonaparte fosse del tutto contrario a qualsiasi forma di divorzio.

Ebbene questo non corrisponde del tutto alla verità.
Napoleone era figlio del suo tempo, un uomo intriso delle nuove idee che la Rivoluzione francese aveva portato con sè. Il moderno cominciava a far capolino, la religione cattolica non dettava più legge. Ora il bene supremo era quello a vantaggio del cittadino.


Nel suo Codice Civile, in qualche caso il divorzio fu, infatti ammesso.

A questo punto facciamo una digressione e parliamo del fatto che Napoleone stesso divorziò da Giuseppina per legarsi in matrimonio con Maria Luisa d'Austria. 
Il passo indietro ci è necessario per dimostrare che non vi fu incoerenza tra le sue decisioni e il suo pensiero.

Il divorzio di Napoleone

Giuseppina_Napoleone

Il divorzio da Giuseppina nacque dalla ragion di Stato. Bonaparte aveva bisogno di un erede e dopo aver avuto la certezza di essere in grado di procreare dopo le paternità conseguenti ai rapporti  con la Denuelle (leggi l'amante che diede un figlio a Napoleone) e Maria Walewska (tutto cominciò così ), non poteve più rimandare la sua decisione, seppur sofferta.


Tutta la sua costruzione, il suo Impero sarebbe stato destinato a finire se non vi fosse stato nessuno titolato a raccoglierne la legittima eredità. E questo Napoleone lo sapeva bene.
Legarsi, poi a una nobiltà secolare come quella Austriaca o Russa avrebbe ancor di più rafforzato la propria posizione e la propria discendenza.


Napoleone più volte rimandò la decisione di separarsi da Giuseppina, malgrado i suoi tradimenti (leggi), che in qualche modo riteneva legata alla sua stella, pur sollecitato a farlo da tanti consiglieri, a cominciare dai membri della sua famiglia che mal digerivano la presenza dell'Imperatrice.

Quando, infatti Roederer lo invitò a divorziare, per dare un erede alla sua dinastia le parole di Napoleone non ammisero repliche.

divorzio napoleone


Egli rispose:

" Sarebbe, forse nel mio interesse un divorzio? Ma come posso mandare via una buona moglie solo perchè divento più grande?. Ella mi avrebbe seguito in esilio e in prigione."

Alla fine accettò di troncare il legame con la donna che tante passioni aveva suscitato nella sua giovinezza. Lo fece con la morte nel cuore, Giuseppina era stata la sua vera e prima donna, colei che oltre aver suscitato un'insana passione era stata decisiva in tanti momenti della sua carriera a cominciare dai giorni che culminarono col 18 brumaio i cui avvenimenti potete leggere
qui "Ecco cosa avvenne il 18 brumaio"

Probabilmente Napoleone, in seguito si pentì di aver lasciato Giuseppina.

Ebbe, infatti per la sua ex sposa delle attenzioni molto care, anche se evitò di incontrarla spesso, per non suscitare polemiche e malintesi riguardo il suo nuovo  matrimonio con Maria Luisa d'Austria. ( Leggi 27 marzo 1810, Napoleone conquista Maria Luisa)

marie louise


Napoleone, a suo modo amava la  nuova "Austriaca", ma soprattutto non voleva commettere errori con le altre Corti europee e soprattutto col suocero.

Le ragioni del divorzio di Napoleone sono allora ben chiare, ma non rispecchiavano il suo pensiero riguardo il divorzio.

Ma poniamo ascolto alle sue parole.

Egli dice:

"Guardate i costumi del paese; l'adulterio non è un fenomeno raro, bensì consueto. E' una questione di canapè. Queste donne che rompono la fede coniugale per qualche gioiello o per qualche verso per Apollo o le Nove Muse hanno bisogno di un freno"

Napoleone, parte da lontano, dall'adulterio. Le donne lascive hanno bisogno di un freno, perché minano la stabilità del matrimonio.

Atteggiamento maschilista?

Dobbiamo tener conto che siamo agli inizi del 1800 per cui il ruolo della donna era subordinato a quello dell'uomo e la cosa veniva universalmente accettata.

Il pensiero di Bonaparte, però, se ci soffermiamo con più profondità, non condanna il comportamento delle donne lascive in quanto tale. Egli parla, infatti di mettere un freno a taluni comportamenti perché portano a delle conseguenze disastrose.

 Egli, da uomo di Stato, pensò alle conseguenze che i divorzi potevano avere sulla società e sulle sue truppe; il suo scopo è sempre il mantenimento di un ordine sociale non più basato su regole religiose, ma su un ordinamento civile.

In un altro momento, proprio facendo delle considerazioni su alcuni suicidi che vi erano stati tra i soldati a causa di pene d'amore, Bonaparte scrisse:

" Il soldato deve saper vincere il dolore e la malinconia delle passioni".

Nel suo Codice, però il divorzio, in alcuni casi fu ammesso.

Related: lezioni di storia, il Codice Civile

Leggiamo insieme.

" Vi sono tre motivi legittimi per il divorzio: assassinio, adulterio e impotenza".

Questa la legge

Le questioni familiari per Napoleone non devono uscire fuori dalla famiglia. Nessun tribunale deve mettere il naso in quelle che sono questioni ritenute personali.

Conclusioni


Per comprendere bene il pensiero di Napoleone, bisogna sempre pensare che il Grande Corso, oltre a essere un raffinato stratega militare era anche un politico di prim'ordine. Egli temeva le conseguenze sociali del divorzio, l'impatto che esso poteva avere sulla società francese e i pericoli di destabilizzazione che ne potevano scaturire.

Consideriamo un altro caso che meglio ci fa comprendere come egli interpretava le cose.

Bonaparte proibì le case da gioco perché le riteneva la rovina delle famiglie.

Anche in questo caso non c'è giudizio morale, ma solo scopo politico. Il rovinarsi col gioco era destabilizzante per la società e lui non lo poteva permettere.

 Napoleone è attento ai fenomeni che possano portare al disgregamento sociale e cerca in tutti i modi di evitarli. Ancora una volta è il politico che  prevale sul militare.