lunedì, febbraio 28, 2022

I racconti di Napoleone. L'alba di un nuovo giorno

Le parole che Napoleone non ha scritto

racconti napoleone




Immaginiamo Napoleone Bonaparte a Sant'Elena.


Un uomo solo
La rappresentazione è quella di un uomo sconfitto, senza speranze e prospettive, ma soprattutto solo.

Napoleone, in fondo era stato solo per tutta la vita. La sua adolescenza l'aveva trascorsa al collegio militare di Brienne da straniero, con un nome impronunciabile, abbastanza povero e  messo un pò in disparte dai suoi compagni.

Anche, però quando raggiunse il successo e la gloria Napoleone fu profondamente solo. Preoccupato per la sua discendenza, sempre in pericolo per i nemici che attentavano alla sua vita, circondato da una famiglia famelica di onori e ricchezze e da Marescialli gelosi e ingordi.

Anche gli affetti intimi non lo consolavano. Guseppina continuava a essere frivola e spendacciona e le altre avventure amorose erano dei passatempi di letto.
Un attimo di felicità familiare Napoleone lo raggiunse con la Walewska, l'amante polacca, ma le ragioni di Stato  gli impedirono di proseguire in un rapporto che forse avrebbe desiderato.


Sant'Elena

longwood house



A Sant'Elena Napoleone è in esilio, con sè una piccolissima corte. La speranza di un possibile ritorno sulla scena politica europea si affievolisce giorno per giorno. Il genio di Napoleone comprende che a Sant'Elena egli troverà la morte.

Tutto intorno a lui una serie di personaggi che lo hanno accompagnato, ma che ben presto maledicono la loro condizioni di esiliati. Nascono alterchi e gelosie. Napoleone cerca di far da paciere, ma poi si rassegna anche a tale situazione.

Il suo unico impegno a Longwood, il posto sull'isola che gli Inglesi gli hanno riservato è quello di dettare le sue memorie. Le più famose sono quelle di Las Cases che fa diventare il suo "Memoriale di Sant'Elena" un vero e proprio best seller. Di memorie ce ne saranno anche troppe sia quelle dei presenti a Sant'Elena che quelle di altri contemporanei.


Vestire i panni di Napoleone

racconti di Napoleone



Vorrei ora fare un esperimento che mi appassiona. Provare ad immedesimarmi completamente nel personaggio di Napoleone mentre si trova a Longwood provare a pensare come lui, provare a descrivere i suoi pensieri le sue sensazioni, i suoi ricordi.

Ecco che nasce l'idea di una nuova serie di post che ho chiamato "I racconti di Napoleone"

Spesso mi è capitato di cercare di ragionare come Bonaparte.
La vita ci mette di fronte a scelte, dolori, bivi difficili da affrontare, quando tutto ciò mi è capitato mi sono spesso chiesto: "Cosa avrebbe fatto Napoleone?"

La cosa sembra stupida e forse anche un pò folle, ma vi posso assicurare che spesso ha funzionato.

Questo modo di pensare ha ispirato i racconti di Napoleone. Il processo è inverso. Mettersi nei panni di Napoleone nella situazione in cui si trovava a Sant'Elena. Provare a pensare come lui, provare a indovinare le sue sensazioni, raccontare le sue emozioni.

Fantasie? E' chiaro che nulla ci può essere di reale in questa mia intenzione, ma conosco bene la storia di Bonaparte, i racconti dei contemporanei e le tesi degli storici per cui indossare metaforicaente l'uniforme di Napoleone e ragionare come lui mi è sembrato un fatto del tutto naturale.

Premessa

I racconti di Napoleone


I racconti di Napoleone partono da dicembre del 1815. E' da poco che Bonaparte si trova a Sant'Elena. Il suo stato d'animo è ancora pieno degli ultimi avvenimenti: Waterloo, la seconda abdicazione, la difficile scelta di consegnarsi agli Inglesi, l'esilio.

Alla fine del 1815 Napoleone nutre ancora delle speranze. La situazione politica in Europa potrebbe cambiare e favorire un suo ritorno, ma la sua esclusiva preoccupazione è per suo figlio e per la sua dinastia.

Egli non vuole che tuti i suoi sforzi vengano cancellati e resi vani; vorrebbe volentieri sacrificare se stesso per favorire un'ascesa del figlio, forte anche del legame con gli Asburgo.

A Sant' Elena, però comincia a sperimentare un'altra situazione nuova: la mancanza di informazioni.

I giornali nell'isola arrivano dopo mesi e gli Inglesi censurano tutto ciò che non vogliono si sappia. Per Napoleone abituato a sapere tutto, a controllare tutto ad essere informato di ogni cosa è un ostacolo quasi insormontabile per stabilire un suo eventuale piano d'azione.


L'alba di un nuovo giorno

raacconti di Sant'Elena



Mi sono svegliato stranamente presto, per quelle che sono le mie abitudini qui sull'isola. Non ero inquieto, nessun pensiero particolare mi angosciava. Ho aperto gli occhi alle sei ed ero completamente sveglio. 

Non ho chiamato nessuno per aiutarmi, ho lavato il viso fugacemente e sono uscito  fuori.

Ho anche tralasciato di farmi la barba. Ho sempre avuto una strana passione nel radermi. L'ho sempre fatto da solo. La prospettiva di qualcuno con un rasoio al collo non mi piace e poi radermi mi rilassa, concilia i miei pensieri e distende le mie preoccupazioni. Sono un maniaco della precisione, per cui spesso chiedo al mio valletto se spunta ancora qualche pelo sul volto.

Si potrebbe pensare che io mi lamenti della mia sistemazione, che io ricordi i fasti passati, i castelli, le reggie che mi hanno ospitato. Qualcuno dimentica che sono stato prima di tutto un soldato, abituato a dormire in alloggi di fortuna per cui non mi spaventa alloggiare con pochi mezzi a disposizione.

Quello che mi spaventa non è la solitudine, ma l'isolamento. Nulla mi è permesso, nulla posso fare e so che la mia mente in tali condizioni comincerà a crollare. 
Certo che gli Inglesi mi dovevano conoscere veramente bene tanto che hanno scelto questo posto fuori dal mondo in cui placare il mio spirito e fiaccare il mio corpo.

Volgo lo sguardo davanti a me e vedo solo gli alberi con le cime che si agitano colpite dal vento. Poco oltre, solo nebbia che qui è una compagna fedele.

C'è silenzio, una certa pace, anche le sentinelle inglesi stamane sono discrete. Il vento mi colpisce il volto , ma non mi dà fastidio. Una strana calma mi pervade. 

E' uno di quei momenti in cui pensi sia spuntata l'alba di un nuovo giorno. Ho speranza che le cose possano cambiare e per questo mi devo far trovare pronto.

Per molti giorni ho indugiato troppo a letto o sul divanetto della mia stanza. La mia attitudine al lavoro sembrava perduta per sempre.

Oggi, invece più che energico sento di avere la forza di affrontare a testa alta il mio destino.
E che destino!

Sono in esilio su un'isola sperduta. Ho analizzato con attenzione tutte le possibilità di fuga e sono nulle. Gli Inglesi hanno fatto le cose per bene; navi in rada, guarnigione possente, qualche spione.

No, la fuga sarebbe impossibile. 

Scappare poi, ma perché?

No, non sono un vile che fugge per sottrarsi al nemico. All'Elba era diverso, la Francia mi acclamava, aveva bisogno di me, del mio Governo, del mio amore per i Francesi.

La storia sarebbe cambiata del tutto se a Waterloo la fortuna mi avesse assistito, ma oggi è inutile voltarsi indietro.

Comincio ad aver freddo. L'umidità comincia, piano piano, ma inesorabile a penetrare all'interno. Qualche brivido mi assale. Meglio rientrare.

Oggi ho compreso appieno la mia nuova situazione e ne farò tesoro.

Lavorare, lavorare e impegnarsi. Le mie memorie serviranno a farmi conoscere, ad informare il mondo intero le ragioni delle mie azioni e le nefandezze di tanti personaggi ora osannati. 
Las Cases ha la sua ambizione, ma sa fare il suo mestiere. Sarà un ottimo memorialista.

Impegno costante  a raccontare me stesso. Questo farò, per ora e non mi lascerò abbattere dai ricordi. Mio figlio è lontano e questo è come un colpo allo stomaco. Maria Luisa sono sicuro sia preda del padre. Giuseppina è morta. Mia madre sono sicuro sarà forte come una roccia. I miei fratelli si staranno preoccupando per loro stessi. I miei Marescialli mi hannno tradito. I miei soldati mi amano.

Oggi 15 dicembre del 1815 è l'alba di un nuovo giorno.


Related links


Nessun commento:

Posta un commento