lunedì, maggio 04, 2020

5 maggio 1821 Napoleone muore

La morte di Napoleone


morte napoleone

Sono passati ormai 199 anni dal quel 5 maggio 1821 giorno in cui l'Imperatore esalò l'ultimo respiro.

Vorrei celebrare questo anniversario ripercorrendo con voi e con le parole di Francesco Antonmarchi gli ultimi giorni di Napoleone Bonaparte.



Siamo a fine aprile, Napoleone sta male, molto male. E' chiaro ormai che la fine si sta avvicinando inesorabilmente. La speranza, però dei medici è che l'Imperatore si possa riprendere. Vengono proposte delle cure a cui Napoleone si sottopone di buon grado considerando la sua innata avversione per i medici.

Partiamo dal 29 aprile


Durante la notte Napoleone è stato molto male. Ha perso addirittura conoscenza, in preda al delirio e alla febbre. Poi nel corso della mattinata le cose migliorano. La febbre diminuisce e Napoleone rientra completamente in sè.
Come al solito egli è lucido e analizza con razionalità estrema la sua situazione. Sa di soffrire dello stesso male che ha portato alla tomba suo padre Carlo.
Chiede che venga fatta sul suo corpo un'autopsia, si ricorda che i medici di Montpellier che avevano curato il padre presagivano che la malattia di stomaco potesse essere ereditaria.

Ha paura per il figlio.

"Dottore,ve lo raccomando di nuovo. Mettete la massima attenzione nell'esame del piloro; scrivete le vostre osservazioni e consegnatele a mio figlio: voglio garantire almeno lui da questa malatia".

La giornata trascorre tranquilla.

Si giunge al 30 aprile


Giornata in cui sembra che le cose migliorino. Napoleone riesce a ingurgitare qualcosa: un rosso d'uovo, im pò di brodo.

Consigli di lettura: Il Memoriale di Sant'Elena

2 Maggio


Napoleone continua a peggiorare. Alterna momenti di delirio ad altri di lucidità. Insiste ancora con l'autopsia e con l'esame accurato del suo stomaco per preservare il figlio.
Egli sa che sta per morire.
Tutti lo accudiscono con zelo e affetto, anche se la stanchezza prende coloro che più gli stanno vicino. E' una lunga agonia quella di Napoleone.
Un'agonia che dura da ben sei anni, sepolto vivo a Longwood in un'isola malsana e sottoposto alle angherie di un piccolo e crudele burocrate: Hudson Lowe.

3  Maggio

Napoleone riceve l'estrema unzione dall'abate Vignali. sta sempre peggio, ma nei momenti di lucidità raccomanda i presenti su come comportarsi quando tutto sarà finito.
Anche in queste circostanze emerge l'uomo che non trascura nessun particolare.

4 maggio


Napoleone è in piena agonia. Alterna pochi momenti di lucidità a un torpore intenso. Anche i dolori si fanno più insistenti. La fine è vicina, tutti lo hanno ormai compreso. E' solo questione di ore. Inutile anche somministrare medicamenti come insistono i medici inglesi.

5 Maggio


La notte passa nella più completa agitazione. Alle 5 del mattino circa pronuncia le sue ultime parole "testa" "armata", poi perde l'uso della parola.
La fine sembra imminente quando il cuore sembra fermarsi per sempre, ma poi ricomincia a battere seppure in maniera flebile. Tutta la giornata passa in una dolorosa agonia.
Quando mancano undici minuti alle sei Napoleone spira.

Cosi giunse alla fine la parabola di un uomo che Manzoni così definì:

"Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor."


Fonti: 

Mémoires ou les derniers moments de Napoléon (1825) - Francesco Antonmarchi


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