Come la pensava Napoleone riguardo al divorzio?
Napoleone ebbe un'educazione cattolica per cui credeva alla famiglia e ai suoi valori, come testimonia la sua intera vita passata a beneficiare i suoi consanguinei, benché ben presto si rendesse conto che i suoi familiari non meritassero tante e tali attenzioni
In più c'è da dire che Napoleone passò la sua infanzia in Corsica, in un ambiente quindi molto legato alle tradizioni familiari. La cultura isolana era patriarcale nel senso più stretto del termine e Napoleone non poteva non subire l'influenza culturale delle sue origini.
Con questo tipo di educazione si potrebbe presumere che Bonaparte fosse del tutto contrario a qualsiasi forma di divorzio.
Ebbene questo non corrisponde del tutto alla verità.
Napoleone era figlio del suo tempo, un uomo intriso delle nuove idee che la Rivoluzione francese aveva portato con sè. Il moderno cominciava a far capolino, la religione cattolica non dettava più legge. Ora il bene supremo era quello a vantaggio del cittadino.
Nel suo Codice Civile, in qualche caso il divorzio fu, infatti ammesso.
A questo punto facciamo una digressione e parliamo del fatto che Napoleone stesso divorziò da Giuseppina per legarsi in matrimonio con Maria Luisa d'Austria.
Il passo indietro ci è necessario per dimostrare che non vi fu incoerenza tra le sue decisioni e il suo pensiero.
Il divorzio di Napoleone
Il divorzio da Giuseppina nacque dalla ragion di Stato. Bonaparte aveva bisogno di un erede e dopo aver avuto la certezza di essere in grado di procreare dopo le paternità conseguenti ai rapporti con la Denuelle (leggi l'amante che diede un figlio a Napoleone) e Maria Walewska (tutto cominciò così ), non poteve più rimandare la sua decisione, seppur sofferta.
Tutta la sua costruzione, il suo Impero sarebbe stato destinato a finire se non vi fosse stato nessuno titolato a raccoglierne la legittima eredità. E questo Napoleone lo sapeva bene.
Legarsi, poi a una nobiltà secolare come quella Austriaca o Russa avrebbe ancor di più rafforzato la propria posizione e la propria discendenza.
Napoleone più volte rimandò la decisione di separarsi da Giuseppina, malgrado i suoi tradimenti (leggi), che in qualche modo riteneva legata alla sua stella, pur sollecitato a farlo da tanti consiglieri, a cominciare dai membri della sua famiglia che mal digerivano la presenza dell'Imperatrice.
Quando, infatti Roederer lo invitò a divorziare, per dare un erede alla sua dinastia le parole di Napoleone non ammisero repliche.
Egli rispose:
" Sarebbe, forse nel mio interesse un divorzio? Ma come posso mandare via una buona moglie solo perchè divento più grande?. Ella mi avrebbe seguito in esilio e in prigione."
Alla fine accettò di troncare il legame con la donna che tante passioni aveva suscitato nella sua giovinezza. Lo fece con la morte nel cuore, Giuseppina era stata la sua vera e prima donna, colei che oltre aver suscitato un'insana passione era stata decisiva in tanti momenti della sua carriera a cominciare dai giorni che culminarono col 18 brumaio i cui avvenimenti potete leggere
qui "Ecco cosa avvenne il 18 brumaio"
Probabilmente Napoleone, in seguito si pentì di aver lasciato Giuseppina.
Ebbe, infatti per la sua ex sposa delle attenzioni molto care, anche se evitò di incontrarla spesso, per non suscitare polemiche e malintesi riguardo il suo nuovo matrimonio con Maria Luisa d'Austria. ( Leggi 27 marzo 1810, Napoleone conquista Maria Luisa)
Napoleone, a suo modo amava la nuova "Austriaca", ma soprattutto non voleva commettere errori con le altre Corti europee e soprattutto col suocero.
Le ragioni del divorzio di Napoleone sono allora ben chiare, ma non rispecchiavano il suo pensiero riguardo il divorzio.
Ma poniamo ascolto alle sue parole.
Egli dice:
"Guardate i costumi del paese; l'adulterio non è un fenomeno raro, bensì consueto. E' una questione di canapè. Queste donne che rompono la fede coniugale per qualche gioiello o per qualche verso per Apollo o le Nove Muse hanno bisogno di un freno"
Napoleone, parte da lontano, dall'adulterio. Le donne lascive hanno bisogno di un freno, perché minano la stabilità del matrimonio.
Atteggiamento maschilista?
Dobbiamo tener conto che siamo agli inizi del 1800 per cui il ruolo della donna era subordinato a quello dell'uomo e la cosa veniva universalmente accettata.
Il pensiero di Bonaparte, però, se ci soffermiamo con più profondità, non condanna il comportamento delle donne lascive in quanto tale. Egli parla, infatti di mettere un freno a taluni comportamenti perché portano a delle conseguenze disastrose.
Egli, da uomo di Stato, pensò alle conseguenze che i divorzi potevano avere sulla società e sulle sue truppe; il suo scopo è sempre il mantenimento di un ordine sociale non più basato su regole religiose, ma su un ordinamento civile.
In un altro momento, proprio facendo delle considerazioni su alcuni suicidi che vi erano stati tra i soldati a causa di pene d'amore, Bonaparte scrisse:
" Il soldato deve saper vincere il dolore e la malinconia delle passioni".
Nel suo Codice, però il divorzio, in alcuni casi fu ammesso.
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Leggiamo insieme.
" Vi sono tre motivi legittimi per il divorzio: assassinio, adulterio e impotenza".
Questa la legge
Le questioni familiari per Napoleone non devono uscire fuori dalla famiglia. Nessun tribunale deve mettere il naso in quelle che sono questioni ritenute personali.
Conclusioni
Per comprendere bene il pensiero di Napoleone, bisogna sempre pensare che il Grande Corso, oltre a essere un raffinato stratega militare era anche un politico di prim'ordine. Egli temeva le conseguenze sociali del divorzio, l'impatto che esso poteva avere sulla società francese e i pericoli di destabilizzazione che ne potevano scaturire.
Consideriamo un altro caso che meglio ci fa comprendere come egli interpretava le cose.
Bonaparte proibì le case da gioco perché le riteneva la rovina delle famiglie.
Anche in questo caso non c'è giudizio morale, ma solo scopo politico. Il rovinarsi col gioco era destabilizzante per la società e lui non lo poteva permettere.
Napoleone è attento ai fenomeni che possano portare al disgregamento sociale e cerca in tutti i modi di evitarli. Ancora una volta è il politico che prevale sul militare.
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