mercoledì, marzo 16, 2016

Napoleone e la plebe


Napoleone era uomo della rivoluzione. 
( a questo proposito leggi l'articolo Napoleone e la rivoluzione)

Una rivoluzione che era venuta dal basso, dalle classe popolari. Un evento quello che iniziò nel 1789 che sovvertì le sorti dell'Europa.

Pur essendo uomo del popolo e per il popolo, Napoleone odiava le manifestazioni violente delle masse.

Due furono le occasioni in cui vide da vicino a delle insurrezioni popolari, entrambe le volte rimase disgustato dalla furia assassina e violenta del popolo.

Il 20 giugno 1792 e il 10 agosto dello stesso anno, Napoleone era, infatti a Parigi quando il popolo assaltò il palazzo delle Tuileries costringendo Luigi XVI a rifugiarsi presso l'Assemblea legislativa.


palazzo_tuileries rivoluzione
10 agosto 1792

Bonaparte era un militare nell'animo, amante dell'ordine costituito, della disciplina e della giustizia. 
Questi aspetti caratteriali derivavvano anche dalla sua educazione e in particolar modo dagli insegnamentei materni.
Letizia Ramolino, infatti era una donna austera e severa, intrisa di principi cui non derogava. A lei fu affidato il compito di educatrice e Napoleone, dotatao già dalla primissima infanzia di uno spirito ribelle provò su se stesso
L'insurrezione contro il potere legittimo lo disturbava. Egli non esitò ad affermare che un poche scariche di mitraglia avrebbero messo in fuga gli insorti.

Pur essendo un repubblicano convinto, Napoleone non era per le soluzioni che venivano dalla piazza.

Durante il suo governo confermò questo modo di pensare. Ogni rivolta, ogni sollevazione popolare veniva sedata con la forza.

Questo suo atteggiamento non mutò nemmeno quando poteva tornargli utile. Siamo nel 1814, Napoleone è ormai sconfitto col nemico alle porte di Parigi. Alcuni suoi consiglieri lo esortano ad aizzare il popolo. Una rivolta contro gli invasori avrebbe potuto permettergli di rimanere al suo posto.

Napoleone rifiutò l'invito. Vistosi sconfitto e abbandonato dai suoi più fedeli generali preferì la resa e il triste esilio.

Come sempre Bonaparte fu fedele a se stesso. Non cambiò mai le sue idee, anche quando le circostanze suggerivano di farlo.


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10 agosto 1792

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